Ricordo quando qualche anno fa il primo dicembre, la Giornata Mondiale per l’Aids era vista ancora come qualcosa di strano che riguardava solo alcune categorie di persone. Oggi sappiamo che non è così, con 34 milioni di malati nel mondo. Per fortuna molte cose ora sono cambiate: lo stigma al riguardo è diminuito (benché non del tutto cessato), e si muore di meno. L’informazione sulle modalità del contagio sono chiare, purtroppo però non ancora recepite fino in fondo, culturalmente. Anche in Italia, i 4000 nuovi casi l’anno di infezioni da Hiv lo dimostrano: l’80% è dovuto a trasmissione per via sessuale, dato che si lega all’incremento costante delle IST (Infezioni Sessualmente Trasmissibili). Allora cosa fare? La Lila (Lega Italiana Lotta all’Aids) ha puntato su messaggi semplici.
Le immagini della nuova campagna di prevenzione parlano da sole: basta il preservativo. E’ inutile inventarsi strade complicate per evitare il peggio (spesso solo dopo); è vero che siamo in attesa di un vaccino contro l’Aids che sembra promettente, ma nel frattempo basta veramente poco. Lo slogan internazionale, il “titolo” del World Aids Day di quest’anno è “Getting to zero”, arrivare a zero: nessuna nuova infezione, zero morti e zero discriminazioni, entro il 2015. Non è impossibile, ma molto spetta anche a noi, nel quotidiano. Lo slogan della Lila non a caso è: “Aids, proteggiti semplicemente”. E allo stato attuale l’unico modo certo è usare il preservativo maschile o femminile che sia (condom e femidom). I giovanissimi devono imparare a vivere questo strumento di protezione come gesto di amore e rispetto, verso se stessi ed i propri compagni: rende complici, non allontana e non riduce il piacere. Molto si dovranno invece impegnare gli adulti, che pare non riescano ad accettare culturalmente il profilattico: l’età media delle nuove diagnosi è tra i 36 ed i 40 anni. Vivere la sessualità con naturalezza e responsabilità al contempo è possibile. Spargete la voce.
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[Fonte e foto: LILA]