Esito positivo per il primo test di pancreas artificiale su pazienti con diabete di tipo 1. Il dispositivo, una pompa sottocutanea che rilascia insulina, dotata di un chip in grado di monitorare il glucosio e di un software capace di prevederne gli sbalzi, è stato sperimentato con successo su 13 soggetti per 24 ore consecutive. Il nuovo dispositivo ha dimostrato di mantenere il glucosio a livelli ottimali, evitando i classici sbalzi glicemici.
La pompa è stata messa a punto dall’azienda Usa Animas, e i risultati dello studio sono stati presentati in occasione del meeting dell’American Diabets Association a Philadelphia. Come ha spiegato il coordinatore dello studio Aaron Kowalski:
Un pancreas artificiale che non solo registra, ma riesce a prevedere livelli di glucosio troppo alti o troppo bassi regolando automaticamente l’insulina potrebbe alleggerire molto i problemi legati alla malattia.
Dopo lo studio di fattibilità, il nuovo dispositivo per regolare i livelli di glucosio sarà usato in test clinici su più persone con diabete tipo 1, anche detto mellito, una forma di diabete aiutoimmune, per cui il pancreas non riesce a produrre insulina e di conseguenza il glucosio non riesce ad entrare nelle cellule e si accumula nel sangue.
Secondo Bruno Grindelli, direttore scientifico dell’Istituto Mediterraneo per i trapianti (Ismett) di Palermo, le potenzialità di questo innovativo dispositivo potrebbero essere rivoluzionarie. Come ha spiegato l’esperto, infatti, a tutt’oggi il diabete mellito viene curato con la somministrazione di insulina, questo però non permette di prevenire le complicanze a lungo termine, quali insufficienza renale, malattie cardiovascolari e retinopatia.
Inoltre, il diabete di tipo 1 a lungo andare espone i pazienti al rischio di coma a causa dei livelli troppo alti o troppo bassi di glucosio nel sangue. Tra le cure più valide ci sono il trapianto di pancreas o di insule pancreatiche, tuttavia richiedono la somministrazione di farmaci antirigetto che deprimono il sistema immunitario. Un pancreas artificiale, invece, in grado di rispondere alle variazioni della glicemia come farebbe un pancreas umano potrebbe essere una terapia davvero rivoluzionaria.
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