L’emoglobina glicata (o emoglobina glicosilata o HbA1c) è un valore che indica il livello medio della glicemia negli ultimi due-tre mesi. In altre parole, più sarà alta la glicata, maggiori saranno stati i livelli di zucchero nel sangue nei due-tre mesi antecedenti all’analisi. L’emoglobina glicata è pertanto un indicatore estremamente importante per determinare l’efficacia delle cure antidiabetiche e il grado di attenzione e zelo prestati dai pazienti diabetici nel seguire gli accorgimenti necessari a mantenere sotto controllo la glicemia.
Diabete ed emoglobina glicata
L’analisi dell’HbA1c è estremamente pratica perché consente sia di diagnosticare sia di monitorare (e quindi tenere sotto controllo) il diabete mellito di tipo 1 o 2. A differenza di quanto accade con il test della glicemia, per effettuare l’esame della glicata non è necessario che il paziente sia a digiuno. Inoltre, grazie all’HbA1c il medico può capire se il paziente soffre di iperglicemia cronica.
L’esame della glicata, a meno di situazioni gravi che devono essere tenute sotto stretto controllo medico, è prescritto non più di due volte l’anno ai soggetti affetti da diabete di tipo 2 e due tre volte l’anno ai soggetti che soffrono di diabete di tipo 1. Se lo specialista decidesse di sottoporre il paziente a una nuova terapia, è possibile che giudichi opportuno effettuare il test in maniera più frequente.
Emoglobina glicata, valori normali e quando è alta
Per rientrare nella media della popolazione mondiale, il valore dell’emoglobina glicosilata deve essere compreso tra il 4 e il 6%. In un soggetto diabetico, un valore inferiore al 7% risulta essere accettabile, mentre un valore ottimale si deve mantenere sotto il 6,5%.
Quando la glicata supera l’8% il paziente dovrà individuare insieme allo specialista eventuali comportamenti errati e, nel caso fosse necessario, rivalutare e ristrutturare il percorso terapeutico. Prima si interviene meglio è, perché tanto più sono alti i livelli di glucosio nel sangue tanto più cresce il rischio che si sviluppino o peggiorino i tipici sintomi del diabete.
Glicata alta: dieta e come abbassarla
Per abbassare l’emoglobina glicata è necessario lavorare al fine di abbassare il livello di zucchero nel sangue. Per raggiungere questo scopo, il paziente dovrà sottoporsi a un trattamento assegnato da uno specialista diabetologo, che andrà a toccare molti aspetti della vita quotidiana. Al di là di casi sparuti in cui la causa è diversa, la glicata alta indica la presenza di una forma di diabete mellito. Per tenere sotto controllo la glicemia e quindi ottenere un buon HbA1c, il paziente dovrà:
- Seguire una dieta strutturata adeguata al proprio caso, seguendo tutti i consigli e gli accorgimenti prescritti del diabetologo. Normalmente, è opportuno evitare gli alimenti con indice glicemico alto (dolci e alcolici in primis), senza però escludere del tutto i carboidrati da pane, pasta e riso integrali. Questi ultimi sono importanti soprattutto nei pazienti insulino-dipendenti che devono sottoporsi a terapia insulinica sostitutiva, per i quali un ammanco costante di carboidrati potrebbe portare paradossalmente a ipoglicemia. Tra i cibi consigliati ricordiamo inoltre i legumi, i frutti di bosco, le patate dolci, le verdure a foglia verde e i prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi.
- Regolarizzare l’attività sportiva. In alcuni casi gli esercizi fisici troppo intensi possono diventare controproducenti perché possono contribuire a incrementare la glicemia nei pazienti insulino-dipendenti. E’ sempre opportuno valutare insieme al diabetologo quanto e quale sport praticare e – se opportuno – cosa mangiare o assumere prima e/o dopo l’attività fisica.
- Sottoporsi alla terapia farmacologica assegnata dallo specialista. Esistono numerosi antidiabetici che possono essere assunti per via orale (sulfaniluree, metformina, acarbosio, glitazoni) che hanno la funzione comune di abbassare i livelli di glucosio nel sangue.
Glicata alta e gravidanza
Durante la gravidanza, soprattutto negli ultimi mesi, l’organismo tende a rilasciare ormoni che incrementano la resistenza all’insulina. Un fenomeno piuttosto comune che in alcuni casi può portare a un aumento considerevole della glicemia e dunque causare problemi nelle pazienti diabetiche. Nelle settimane successive al parto, si assiste al fenomeno inverso: la riduzione improvvisa degli ormoni conduce ad una riduzione della glicemia.
Per tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue durante la gravidanza e quindi mantenere l’emoglobina glicata sotto il 7%, può essere opportuno aumentare le dosi dei farmaci o di insulina nei pazienti insulino-dipendenti.
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