La melatonina è un ormone che aiuta a regolare il sonno, ma sembra anche in grado di influenzare alcuni degli altri ormoni del corpo. E’ diventata “famosa” negli ultimi anni in quanto si è scoperto il suo ruolo nell’aiutare a dormire, e per questo la scienza si è concentrata sulle sue proprietà per trovare rimedi ad alcune delle malattie più comuni come l’insonnia ed altri disturbi del sonno.
La quantità di melatonina che produciamo è determinata da quanto sono luminosi o bui gli ambienti in cui ci troviamo. I nostri occhi sono recettori sensibili alla luce che “inoltrano” questo messaggio ad un gruppo di nervi presenti nel cervello, chiamati nucleo soprachiasmatico, o SCN. Il SCN stabilisce il nostro orologio biologico interno, detto anche ritmo circadiano, che regola una serie di funzioni del corpo, compreso il sonno. La melatonina è fatta da un amminoacido chiamato triptofano. Quando il nostro ambiente è buio, il SCN ordina alla ghiandola pineale di produrre melatonina, così viene provocato il sonno. Recenti studi hanno però stabilito che la melatonina viene prodotta anche nello stomaco e nell’intestino.
I livelli di melatonina si pensava potessero diminuire con l’età, in modo da spiegare come mai gli anziani dormono meno rispetto ai bambini. Sfruttando questa teoria, sono nati alcuni farmaci “miracolosi” che, basati sulla melatonina, assicuravano di agire su quello che era diventato famoso come “l’ormone della giovinezza”. Recenti studi, tuttavia, hanno rivelato che i livelli di melatonina non diminuiscono con l’età, ma ormai la fama si è stabilizzata.
Perché si usa la melatonina
La melatonina è usata principalmente per aiutare con il sonno o risolvere alcuni problemi frequenti come il Jet Lag (sfasamento del ritmo circadiano che avviene quando si viaggia in diversi fusi orari); turni di lavoro notturni, l’insonnia, specialmente negli adulti più anziani, per risolvere la sindrome della fase del sonno ritardata (un disturbo del ritmo circadiano che porta le persone ad addormentarsi molto tardi e ad avere difficoltà nello svegliarsi la mattina), problemi del sonno nei bambini con disturbi neuro-psichiatrici, e persino come supporto ad altre terapie (con pareri discordanti), come quella contro alcuni tipi di cancro, ritiro dei farmaci benzodiazepine, migliorare il sonno in pazienti affetti da malattie gravi come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, disturbo bipolare, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), e il diabete, o contro l’esposizione ai campi elettromagnetici.
Purtroppo, come per la gran parte dei medicinali, può avere diverse controindicazioni ed effetti collaterali anche gravi. Per questo è importante assumerla sempre sotto stretto controllo medico.
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[Fonte: Altmedicine]