Gastroscopia ed endoscopia sono un capitolo molto importante per la cura delle patologie di stomaco e intestino perché hanno rivoluzionato il modo di effettuare le diagnosi. Ma di che cosa si tratta e come vengono utilizzate? Ma che cos’è la gastroscopia? E come si effettua?
È un esame diagnostico che consiste nell’introduzione di un tubo flessibile e morbido dalla bocca o dal naso e permette di esplorare l’apparato gastroenterico (esofago, stomaco duodeno) e consente di vedere l’interno degli organi, di eseguire biopsie e anche piccoli interventi. Durante l’esame si può stare svegli, sedati con farmaci tranquillanti, o addormentati. Ma questo è piuttosto raro e si usa l’anestesia totale soltanto in alcune situazioni particolari.
Come prepararsi? Bisogna essere a digiuno dalla mezzanotte della sera precedente e la cena deve essere leggerissima. Così si evita il senso di nausea quando il tubicino passa dietro la lingua durante l’esame. Questa sensazione viene molto attutita se lo stomaco è vuoto e se si è rilassati. Per questo di solito, un’ora prima dell’esame, si assumono alcune gocce di un sedativo. A differenza di una volta, oggi è un esame facile e senza particolari problemi.
È dolorosa? La gastroscopia non è affatto dolorosa. Al limite è un po’ fastidiosa, ma gli accorgimenti prima menzionati la rendono di sicuro più gradita.
In quali casi viene prescritta? È l’esame di prima scelta nelle patologie esofago-gastroduodenali. Come per esempio la malattia da reflusso gastoesofageo, le ernie duodenali, le gastriti, le duodeniti iatali, le esofagiti, fino alle patologie maligne come i tumori di esofago e stomaco. Si prescrive anche quando un soggetto non riesce a mangiare bene o mangia male -si dice “disfagico ” – ha bruciori o dolori di stomaco o la sensazione di acido che sale verso l’alto. Inoltre nelle anernizzazioni: se un paziente risulta anemico, uno dei controlli che di solito si fa è la gastroscopia, per individuare una gastrite o un tumore.
Che tipo di esiti fornisce e come vanno letti i risultati? II risultato dell’esame è istantaneo: l’esito viene consegnato subito o al massimo il giorno dopo. Chi lo esegue descrive la situazione che vede al momento e può anche dare subito indicazioni terapeutiche. L’esito è posticipato di circa una settimana o 10 giorni nel caso si effettuino biopsie durante l’esame, quando ci sono dubbi sulle condizioni dei tessuti. La biopsia eseguita su un referto istologico, un pezzettino di tessuto prelevato durante la gastroscopia, ci descrive le condizioni del tessuto analizzato e indica quale malattia può esserci. L’esito dell’esame va portato dal medico e bisogna evitare nella maniera più assoluta di tentare interpretazioni personali, soprattutto in caso di esame istologico. Il medico di medicina generale o lo specialista che lo ha prescritto, dopo averlo letto, possono o meno prescrivere una terapia.