Novità interessanti in arrivo dalla ricerca oculistica per quanti sperano di recuperare la vista. Promette e ha già fatto miracoli il chip che si installa dietro la retina, nato dall’ingegno di un gruppo di ricercatori tedeschi afferenti all’Università di Tubinga con il sostegno della società privata Retina Implant AG.
A riportare gli incoraggianti risultati del trial ed a spiegare il funzionamento del dispositivo l’autorevole rivista di divulgazione scientifica Proceedings of the Royal Society B che si è occupata della pubblicazione dello studio. La sperimentazione del dispositivo, coordinata da Eberhart Zrenner, ha avuto luogo su un campione di undici pazienti.
Dai primi test su alcuni dei candidati, tuttavia, nulla faceva presagire gli straordinari e promettenti esiti, dal momento che l’équipe, dopo aver impiantato il chip nell’occhio, non avrebbe registrato alcun miglioramento rilevante nella vista dei partecipanti al trial, come riferito successivamente dagli stessi ricercatori alla BBC.
La sorpresa, a dir poco piacevole, è venuta dagli ultimi tre pazienti sottoposti all’installazione del dispositivo. E’ lì infatti che il chip si è rivelato in tutta la sua efficacia, svelando enormi potenzialità come applicazione finalizzata al recupero della vista nei pazienti ciechi.
I medici tedeschi, evidentemente non soddisfatti dei primi risultati, hanno ottimizzato le proprietà riabilitative del dispositivo optando per un cambio di posizione e scegliendo la zona maculare centrale localizzata dietro la retina come area preferenziale per impiantare il chip.
Uno dei partecipanti alla sperimentazione, Miikka Terho, un paziente finlandese di quarantasei anni, offre una preziosa testimonianza delle sue prime sensazioni dopo l’impianto del chip che gli ha permesso di recuperare la vista. L’uomo spiega che
quando dopo tre o quattro giorni dall’intervento, l’occhio ha cominciato a ristabilirsi ho cominciato a vedere i primi flash di luce. Sono rimasto meravigliato. Poi nei giorni seguenti ho cominciato a vedere sempre più distintamente fino a ora che riesco a leggere distintamente le lettere.
[Fonte: Agi Salute]