Il raffreddore è senza dubbio la patologia più comune al mondo. Sono almeno 200 i virus responsabili di questa malattia che a differenza del nome, colpisce in ogni stagione. Ebbene, secondo un gruppo di giovani ricercatori dell’Università di Cambridge, entro una decina di anni uno spray nasale potrebbe riuscire a debellarli tutti. Gli scienziati, guidati dal dott. Leo James immunologo e biologo molecolare, sono partiti dallo studio del nostro sistema immunitario all’interno del quale hanno identificato una famiglia di ben 70 proteine con capacità antivirali.
Una di queste, la Trim 21 è risultata in grado di bloccare la replicazione del virus del raffreddore comune, all’interno della cellula stessa. Cosa significa? Finora per i virus non esiste una cura farmacologica. Laddove possibile, come nel caso dell’influenza ci si può attivare con dei vaccini in grado di prevenire l’infezione. Una volta avvenuto il contagio, occorre aspettare che gli anticorpi si attivino e facciano il loro dovere. Non c’è altra possibilità, se non alleviare i sintomi. Nel caso del raffreddore bastano pochi giorni.
Nel sito dell’Università James spiega:
”il sistema immunitario si basa su particolari recettori capaci di individuare le molecole patogene ed attaccarle. Quando questo non avviene per tempo si sviluppa la malattia. Lo scopo del nostro team è quello di capire come stimolare questa attività”.
Sono riusciti a farlo col virus del raffreddore. Se confermata questa scoperta, costituirebbe una svolta epocale nel mondo della medicina: distruggere un virus una volta che è penetrato nell’organismo, significa dare nuove speranze di cura per altre forme virali ben più gravi. Pensiamo alle gastroenteriti ad esempio che ogni anno continuano ad uccidere milioni di adulti e bambini in tutto il mondo. Ma si potrebbe azzardare anche a pensare all’hiv, all’epatite o ad altre malattie virali gravi.
Da non dimenticare che i virus ogni anno fanno il doppio delle vittime del cancro. Anche se è presto, si parla già di Premio Nobel. Sarebbe il 15° assegnato al Laboratorio di Biologia Molecolare dell’Università di Cambridge, non a caso soprannominata la “fabbrica dei Nobel”.
In attesa di ulteriori sviluppi, vi riproponiamo il nostro sondaggio in tema:
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[ Cambridge University, La Repubblica]