Il laser, potrebbe presto essere utilizzato per fare diagnosi, al posto della mammografia, della comune radiografia o in alternativa alle analisi del sangue attraverso l’ago. Ne è convinto il Professor Michael Morris, docente dell’Università di Chimica del Michigan, che da tre anni utilizza un piccolo e maneggevole apparecchio laser durante alcune autopsie per studiare i tessuti ossei.
Il principio utilizzato è quello della spettroscopia Raman, un particolare metodo capace di estrema precisione e che permette di analizzare le molecole, con un semplice raggio di luce laser: si effettua cioè una sorta di impronta digitale molecolare che dice se ci sono anomalie strutturali. La tecnica è già molto usata ad esempio nelle industrie chimiche e farmaceutiche, con l’obiettivo di verificare la purezza delle sostanze, senza aprire le confezioni, cosa che potrebbe alterarne la qualità. E in medicina? Gli studi di Morris fatti su cadavere confermano tutto ciò: in un paziente malato, la chimica delle sue molecole è alterata e lo “spettro”Raman individua in pochi secondi queste anomalie. I suoi studi sono sicuramente applicabili alla diagnosi di osteoporosi ed altre malattie delle ossa, ma il chimico è convinto che possa essere utile anche per individuare con la stessa precisione e rapidità anche altre serie patologie.
Ricercatori britannici presso il Rutherford Appleton Laboratory di Didcot e al Gloucestershire Royal Hospital hanno utilizzato la tecnica laser Raman per individuare calcificazioni nel tessuto mammario quali segni precoci del cancro. Tutti concordano, che con i risultati finora ottenuti, in 5 anni il laser potrà diventare un fondamentale strumento di diagnosi, capace di sostituire le tecniche tradizionali più costose ed invasive. Già invece in uso in odontoiatria una tecnica laser simile, capace di analizzare il dente anche nei punti più nascosti ed identificare una carie. Da anni invece si usa un altro tipo di laser per analizzare i nei sospetti (dermatoscopia).
[Fonte: bbc.co.uk]