L’acqua del rubinetto è sicura. O almeno così dicono. Pare però, secondo una recente indagine dell’Unione Europea, che questo discorso non valga dappertutto in Italia. La commissione sanitaria di Bruxelles ha avviato delle indagini per scoprire la qualità dell’acqua che esce dai rubinetti del Belpaese, ed ha scoperto dei risultati agghiaccianti: in 5 Regioni l’acqua è talmente inquinata da favorire l’insorgere del cancro.
Attualmente i limiti consentiti dall’Unione Europea di arsenico nell’acqua sono di 10 microgrammi per litro. Secondo i più recenti studi, non c’è alcun pericolo se si porta questa soglia fino ai 20 mg/l, mentre il Ministero della Salute italiano aveva addirittura chiesto di portare questi limiti almeno fino a 50 mg/l. Peccato che, secondo l’Ue, oltre i 20 microgrammi, il rischio di contrarre il cancro aumenta a dismisura, ed una scelta del genere potrebbe essere un rischio troppo grande per i cittadini.
Le Regioni a rischio, come dicevamo, sono cinque (qui la lista completa), ma quella con il più alto livello di allarme è il Lazio, ed in particolare la provincia di Viterbo dove si trovano la maggior parte dei 128 comuni italiani a rischio. Il 71% dei comuni interessati sono dunque laziali (province di Roma, Latina e Viterbo), il 12% si trovano in Toscana, gli altri in Trentino, Lombardia, e solo 3 comuni in Umbria.
Secondo il dossier del Ministero della Salute, questo inquinamento è dovuto a cause “naturali” dovute alle stratificazioni geologiche di origine lavica tipiche di alcuni territori, ma la giustificazione non basta all’Ue per concedere attenuanti: i rischi sanitari sono troppo alti. Dunque cosa fare? Le alternative sono due, una è di responsabilità dei sindaci che dovranno installare i filtri negli acquedotti per contenere l’arsenico, visto che, a quanto pare dovrebbe essere l’unica sostanza nociva presente nell’acqua; l’altra soluzione la potrebbero adottare i cittadini stessi, acquistando un depuratore domestico.
[Fonte: Corriere della Sera]