Nel nostro Paese sono oltre 700mila le persone che soffrono di malattie reumatiche croniche come artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante. Si tratta di patologie immuno-infiammatorie tra le più invalidanti, tuttavia solo pochi pazienti hanno accesso ai farmaci biologici, gli unici in grado di cambiare il decorso delle malattie, tenendole sotto controllo più efficacemente nel medio-lungo termine e soprattutto rallentandone la progressione.
L’Italia, infatti, è il fanalino di coda per l’impiego dei medicinali biologici, che sono recettori o anticorpi sintetizzati in laboratorio, del tutto simili per caratteristiche e struttura ad analoghi composti prodotti dal nostro organismo. Tali farmaci sono in grado di legarsi alle citochine, molecole coinvolte nella cascata di processi immuno-infiammatori che caratterizzano le malattie reumatiche, interrompendo così i meccanismi che portano alla comparsa dei sintomi nelle articolazioni malate.
Il mancato impiego delle cure più adeguate si traduce per i pazienti in una sofferenza costante per tutta la vita. Basti pensare che i pazienti impiegano un’ora e mezza in più rispetto a chi non è malato solo per iniziare la giornata: pettinarsi, prendere un caffè, lavarsi. Artrite reumatoide, spondiliti o artrite psoriasica sono malattie reumatiche fra le più gravi e disabilitanti, tanto che i pazienti sono costretti ad assentarsi dal lavoro, e questo rappresenta un costo non indifferente anche per lo Stato.
Se le terapie più innovative con farmaci biologici fossero impiegate quanto serve si potrebbe risparmiare almeno un miliardo di euro l’anno. Infatti nei pazienti trattati con biologici a distanza di un anno dall’inizio della terapia, decresce la disabilità e diminuiscono le assenze dal lavoro, aumentando di contro la produttività. Tuttavia in Italia vengono trattati con le terapie adeguate appena 50mila pazienti. Come ha spiegato Giovanni Minisola, past President della Società Italiana di Reumatologia e Primario della Divisione di Reumatologia dell’Ospedale di Alta Specializzazione “San Camillo” di Roma:
L’introduzione di queste terapie ha rappresentato una vera rivoluzione per i malati reumatici, incidendo molto favorevolmente sulla loro qualità di vita. Sono terapie costose, tuttavia, il risparmio possibile erogandole agli ulteriori 100mila italiani che ne avrebbero bisogno ma che attualmente ne sono esclusi, abbatterebbe notevolmente i costi indiretti.
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