Saremo in grado di costruire in laboratorio organi funzionanti partendo dalle cellule staminali? Se ci basiamo sulla storia medica di Andemariam Beyene e sul lavoro del nostro Paolo Macchiarini, di stanza presso il Karolinska Institutet di Stoccolma la risposta è positiva. Molte cose dovranno ancora essere migliorate, ma ciò che stiamo per dirvi può rappresentare davvero il primo passo in tal senso.
Beyene aveva un tumore grande come una pallina da golf che gli ostruiva la trachea. Per lui non vi erano speranze. Il dott. Macchiarini ha deciso di sostituire questa parte del corpo dell’uomo con un organo appositamente creato in laboratorio basato su una impalcatura artificiale sulle quali erano state fatte crescere delle cellule staminali prelevate dal midollo osseo del malato e stimolate a ricreare il tessuto della trachea. L’uomo, a più di un anno dall’intervento subito sta bene.
Paolo Macchiarini è un esperto in medicina rigenerativa, ed è conosciuto per i traguardi raggiunti in questo campo ed in merito agli studi sulle cellule staminali. Si è spostato a Stoccolma dopo la negazione di una cattedra a Firenze. Molti altri ricercatori in tutto il mondo stanno lavorando a questa tipologia di approccio a malattie ed a tumori: in America è stata costruita ed impiantata una vescica artificiale e si sta lavorando sui reni e sul fegato, mentre in Cina ed Olanda, ad esempio, gli scienziati stanno concentrando i loro sforzi sui vasi sanguigni.
Tutto questo è ovviamente possibile grazie ai progressi che sono giunti negli ultimi anni in merito alle cellule staminali ed alla loro riproduzione. Si tratta della risposta migliore che la medicina possa dare alla mancanza di organi da trapiantare. L’idea è ovviamente quella di partire da impalcature il più possibile naturali per poter creare nuovi organi. La necessità di trovare soluzioni “poco artificiali” nasce dal problema del rigetto, che spesso mette a dura prova il trapiantato ed i suoi nuovi organi. Tutto questo con le cellule staminali dovrebbe essere superato.
Karolinska Institutet di Stoccolma
Photo Credit | Thinkstock