Abbiamo spostato un’ora in avanti le lancette dell’orologio e finalmente godremo di lunghe giornate piene di luce fino all’ultima domenica di ottobre. E’ arrivata infatti domenica notte l’ora legale, adottata ormai stabilmente in tutti i paesi dell’unione europea. Si tratta di un espediente che ci permetterà di sfruttare meglio la luce solare facendo in modo che le ore di attività diurne coincidano con quelle di luce, e che, soprattutto, ci farà risparmiare una quantità enorme di energia elettrica: oltre 80 milioni di euro.
Tuttavia, come è noto da tempo, alcune persone possono risentire negativamente del passaggio dall’ora solare all’ora legale accusando sonnolenza nelle ore diurne, irritabilità e insonnia. Il nostro cosiddetto orologio biologico ha infatti bisogno di un pò di tempo prima di abituarsi ai nuovi ritmi. Sembra però che l’impatto di questo cambiamento sia maggiore di quanto si creda comunemente. Lo studioso tedesco Till Roenneberg sostiene infatti che le ricadute negative dell’ora legale sulla normale regolazione delle nostre funzioni fisiologiche da parte dell’orologio biologico, e, quindi, sulla nostra salute, siano un fenomeno largamente sottovalutato.
I ricercatori tedeschi, guidati dal professor Roenneberg hanno condotto una ricerca, pubblicata su Current Biology, nella quale hanno esaminato l’impatto dell’ora legale su 55mila abitanti dell’Europa centrale. I già noti effetti non si risolvono affatto, secondo i ricercatori della università Ludwig-Maximiliams di Monaco, in un paio di settimane ma possono perdurare addirittura per tutto il periodo in cui l’ora legale è in vigore. L’orologio biologico regola le nostre funzioni fisiologiche in base alle informazioni che gli provengono dall’esterno, prima fra tutte la luce solare, e l’ora legale rappresenterebbe un inganno che non permette al nostro orologio interno di svolgere adeguatamente le proprie funzioni facendo andare in tilt tutto l’organismo. Ma davvero portare avanti di una sola ora le lancette dell’orologio durante i mesi primaverili ed estivi, può porre le basi per un vero e proprio problema di salute pubblica? Non sarà l’ennesima esagerazione?