Il suono del muro che cade è il titolo di un convegno sulla sclerosi multipla che si terrà domani a Bologna. Ma dopo la denuncia di Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti, presidente onorario dell’Associazione Ccsvi-Sm, è molto di più. La Mantovani ieri, nell’ambito della presentazione dell’evento, ha parlato della scoperta del professor Paolo Zamboni, dell’università di Ferrara, rivolgendo parole molte dure, e ne ha ben donde, all’ostruzionismo delle istituzioni in materia:
“Adesso basta: fino ad oggi nessuno era in grado di dare risposta ai molti interrogativi che la sclerosi multipla pone. Finalmente la scoperta del professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara da’ risposte scientificamente valide, è incredibile che in Italia, paese nel quale la scoperta è avvenuta, le istituzioni anziché sostenerla facciano ostruzionismo”.
La Mantovani si riferisce al nuovo approccio terapeutico proposto da Zamboni, dal neurologo Fabrizio Salvi e dal radiologo interventista Roberto Galeotti ed alla relazione scoperta tra sclerosi multipla ed insufficienza venosa cronico cerebro-spinale.
Zamboni ha scoperto una nuova patologia, la Ccsvi (insufficienza venosa cronico cerebro-spinale) e la stretta correlazione di quest’ultima con la sclerosi multipla (Sm). In pratica, un numero altissimo di malati di sclerosi multipla ha le vene giugulari e altre vene cerebrali e del torace malformate. Liberando le vene con l’angioplastica dilatativa, procedura consolidata da 25 anni a bassissimo rischio, tutti i malati di sclerosi multipla hanno indubbi benefici.
L’assenza di risposta delle istituzioni fa si che un numero sempre più alto di malati vada a farsi operare all’estero in strutture improvvisate, forse senza garanzie etiche. Non è giusto, io sono malata da 20 di sclerosi multipla, ho una giugulare tappata ma non vado all’estero, voglio stare al fianco del prof. Zamboni. Sono italiana e voglio essere operata in Italia.
Il Servizio Sanitario Nazionale, per l’Associazione Ccsvi-Sm, dovrebbe, come è giusto che sia, farsi carico di questi malati. La sperimentazione del metodo Zamboni partirà per ora nelle regione Marche e coinvolgerà circa 250 pazienti, grazie anche al sostegno della fondazione Carima, che ha supportato il progetto con una donazione di circa 100 mila euro.
[Fonti: Agi; in-dies.info]