Ian Frazer, direttore dell’Istituto Diamantina dell’Universita’ del Queensland, in Australia, è l’immunologo che è riuscito a realizzare il vaccino contro i ceppi del papilloma virus – Hpv – che colpiscono il collo della cervice causando il cancro.
Per questo la fondazione Balsa gli ha assegnato il premio 2008 per la medicina preventiva. Ma all’immunologo australiano sembra che il traguardo raggiunto non basti. Lui sa che tutti i ceppi del virus possono essere letali ed è ben deciso a prenderli di mira uno ad uno.
Ora ha nel mirino altre due forme di Hpv, quelle contrassegnate con il 5 e l’8, associate con una buona fetta di casi di tumore della cellula squamosa della pelle.
“E’ da almeno 30 anni che si conosce con chiarezza il legame tra alcuni tumori legati alla pelle e l’Hpv senza tuttavia conoscere in maniera dettagliata il condizionamento legato al virus: sono convinto che eliminando quest’ultimo si riesce a diminuire la percentuale di sviluppare il tumore”.
Il vaccino contro il tumore della pelle sarà terapeutico e non preventivo: non esiste, al momento, alcun vaccino terapeutico in grado di prevenire la patologia ma vi sono vaccini che, somministrati a infezione in corso, riescono a tenere a bada l’infezione, non certo ad eliminarla. Il problema di fondo è il seguente: l’Hpv entra nelle cellule e rimane invisibile al sistema immunitario grazie a meccanismi cellulari che mandano segnali rassicuranti alle cellule T, le sentinelle dell’organismo, che entrano in azione.
L’idea di fondo è di agire su un duplice fronte: da una parte stimolare il sistema immunitario con il vaccino, dall’altra inibire i meccanismi cellulari messi in atto dall’Hpv per impedire l’attacco immunitario.