Un nuovo ceppo di influenza aviaria, denominato H10N8, è comparso in Cina ed ha già mietuto una vittima: una donna di 73 anni residente nella provincia di Jiangxi. Nessun allarme per ora, ma il virus è stato isolato e campionato per essere studiato dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie.
La donna è deceduta lo scorso 6 dicembre. Non è il primo nuovo ceppo virale che viene raccolto e registrato in Cina. L’influenza aviaria è presente nel paese anche nel suo ceppo H6N1 che ha già mostrato di aver fatto il salto dall’animale all’uomo. Questo scambio “virologico” tra specie non è naturalmente sinonimo di epidemia, ma apre alla necessità di comprendere in che modo il virus dell’influenza sarà capace di mutare ricombinando elementi animali ed umani che lo caratterizzano. Bisogna in pratica capire come la patologia sarà in grado di evolversi e scoprire come curarla.
Attualmente nel paese orientale il problema più grande è caratterizzato dalla presenza del ceppo H7N9 che ha finora ucciso 45 persone su un totale di circa 150 contagiati. Ed in tal senso, per comprendere quanto le eventuali mutazioni del virus influenzale possano spaventare, è bene ricordare ciò che Yoshihiro Kawaoka, uno dei massimi esperti di influenza aviaria e coordinatore di un team di ricerca dell‘Università del Wisconsin-Madison ha detto recentemente in merito all’ultimo ceppo:
Se il virus H7N9 acquisisse la capacità di trasmettersi in modo efficiente da uomo a uomo, una epidemia a livello mondiale sarebbe quasi certa in quanto gli esseri umani non hanno una risposta immunitaria protettiva per queste tipologie di virus.
Tornando al caso di H10N8 registrato in Cina, bisogna specificare che la salute della donna era già compromessa: soffriva di problemi neuromuscolari, di pressione alta, polmonite e nel contempo era stata colpita da una crisi cardiaca. Sebbene non sia stato specificato se la donna è stata uccisa dal virus o meno, è di certo il primo caso umano riscontrato appartenente a questa particolare mutazione.
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