Un improvviso stato d’ansia, la sensazione di un pericolo imminente. Poi la respirazione si fa affannosa, si inizia a tremare, si comincia a sudare, il cuore comincia a correre troppo velocemente, sembra scoppiare. Non c’è via di fuga, non c’è speranza. Il terrore, la paura di morire hanno sopraffatto tutto il corpo. Anche la gola, l’aria non passa più…e neppure la voce, sembra soffocare dentro.
Questi angoscianti passaggi sono i sintomi più frequenti di un attacco di panico. A molti di noi è capitato di avere sensazioni di questo tipo almeno una volta nella vita. Ma non in forma così grave, senza sbocco. Anche soffrire d’ansia è comune, ma il Dap (Disturbo di Attacco di Panico) è un’altra cosa.
E’ una crisi d’ansia estrema che va affrontata e curata. Gli eventi durano dai 2 ai 10 minuti e si manifestano più o meno spesso. Il problema è che chi ne soffre sa che tornano, che qualcosa in un qualunque momento può provocare un nuovo terribile attacco, quindi tutta la quotidianità, la normale qualità della vita scompare.
E’ una patologia che in Italia colpisce almeno un milione e mezzo di persone. Più del 30% dei giovanissimi ne è affetto. Infatti ha un’evoluzione che inizia già nell’adolescenza e spesso culmina intorno ai 24 anni.
La sua incidenza nelle donne è doppia rispetto agli uomini, anche in relazione all’ansia e alla depressione che spesso accompagnano il Dap.
Ma le cause non sono solo psichiatriche: l’ipertiroidismo ed altre patologie, l’uso di alcuni farmaci, l’abuso di sostanze eccitanti, le droghe, l’alcol, o la sospensione improvvisa di queste, può condurre a crisi di panico.
Una terapia è comunque possibile in tutti i casi, alcuni più semplici, altri meno. L’importante è che ci sia una diagnosi precisa. Ma questo non sempre è semplice. I medici sentendo i sintomi non sempre ne percepiscono la gravità, ma soprattutto li confondono con patologie cardiache.
Ho selezionato un video, che spiega abbastanza bene di cosa si tratta, realizzato in occasione della presentazione del libro “No Panic” di Rossella Canevari, scrittrice, che ha sofferto di questa patologia per ben 10 anni, prima che fosse individuata. Mi raccomando, osservate bene anche il ritmo delle immagini sullo sfondo…