Le infezioni urinarie sono molto comuni nelle donne e sono una delle cause principali che le portano a fare un controllo medico. Tra le varie terapie, rimedi e prevenzioni proposte negli anni, ora se ne aggiunge una tutta naturale: il succo di mirtillo.
Questo frutto, già ottimo per la memoria e altri aspetti della salute non solo delle donne, ha delle proprietà appena scoperte dai ricercatori del Worcester Polytechnic Institute, negli Stati Uniti, in grado addirittura di combattere l’Escherichia coli, uno dei batteri più comuni presenti negli esseri umani che possono comportare diverse patologie, tra cui appunto le infezioni urinarie.
Lo studio, presentato al congresso annuale dell’American Chemical Society, ha scoperto che l’E. Coli è in grado di produrre dei “biofilm“, cioè strati sottili in cui si sviluppano i batteri che possono scatenare un gran numero di condizioni diverse. Il succo di mirtillo ha dimostrato di essere capace di contrastare questo batterio, non permettendogli di formare i biofilm, in assenza dei quali gli altri batteri non possono proliferare ed hanno maggiori possibilità di essere espulsi con le urine. Secondo le ultime osservazioni, il succo di mirtillo avrebbe effetto già dopo sole 8 ore dalla sua assunzione.
A spiegare il funzionamento e le possibilità terapeutiche di questa scoperta ci ha pensato il dott. Fabio Firenzuoli, direttore del Centro clinico di medicina naturale dell’Asl 11 di Empoli il quale, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato:
Gli effetti preventivi del succo di mirtillo sono stati particolarmente studiati nelle donne soggette a infezioni urinarie recidivanti con risultati molto positivi. Le proprietà benefiche del mirtillo americano, sia sottoforma di succo sia sottoforma di estratto, sono verosimilmente da attribuire alla presenza di particolari sostanze, gli antociani che conferiscono al frutto il tipico colore. Gli antociani sono dotati di diverse attività da quella antiossidante a quella capillaroprotettiva. L’unica avvertenza che è bene tenere presente prima di ricorrere a questo rimedio riguarda la possibile interazione con alcuni farmaci, in particolare gli anticoagulanti e gli antiaggreganti, spesso utilizzati nei soggetti anziani. In questi casi occorre una certa cautela per evitare sindromi emorragiche
[Fonte: Corriere della Sera]