Oggi la piccola Celeste, la bambina affetta da distrofia muscolare spinale, alla quale era stata negata una terapia sperimentale a base di cellule staminali in seguito alle indagini partite nei confronti della struttura di Bergamo presso la quale era in cura e della Stamina Foundation, potrà riprendere ad essere trattata con i protocolli ai quali era stata sottoposta fino allo scorso aprile.
La decisione è arrivata direttamente dal Tribunale di Venezia al quale i genitori della piccola di due anni affetta da distrofia muscolare spinale si erano rivolti per riottenere la ripresa delle cure seguite all’Ospedale Civile. Ne ha dato conferma direttamente il direttore generale del nosocomio, Cornelio Coppini, che lo scorso mercoledì ha ricevuto il via libera dal giudice. Lo stesso ospedale ha quindi richiamato in servizio i suoi operatori al fine di dare alla bimba tutta l’assistenza specialistica necessaria. Questo protocollo sperimentale consta nel trapianto di cellule staminali della madre. Una cura che nei mesi scorsi aveva portato un miglioramento sensibile delle condizioni di salute della piccola.
Il provvedimento, purtroppo, non avvalla eguale trattamento agli altri pazienti precedentemente in cura presso l’Ospedale Civile e la Stamina Foundation. Per loro è necessario che un altra sentenza venga emessa da parte del giudice, la cui udienza è prevista per il prossimo 4 settembre. Solo così la cura a base di cellule staminali potrà ripartire. Commenta il direttore generale del nosocomio:
Il provvedimento del giudice che abbiamo ricevuto si riferisce solo al caso della piccola Celeste. Per quanto riguarda gli altri pazienti seguiti con cure compassionevoli, una dozzina in tutto, il laboratorio rimane chiuso. Su questo fronte siamo in attesa di conoscere l’opinione del Tar di Brescia, al quale come Ospedale Civile ci siamo rivolti per chiedere la sospensione del provvedimento dell’Aifa che a maggio aveva stabilito l’interruzione dell’attività. Noi restiamo convinti di aver agito correttamente e nel rispetto della normativa.
Per ciò che riguarda l’ipotetica ripresa della cura degli altri malati non resta che attendere e sperare che possano riprendere la propria terapia al più presto.
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