E’ guerra tra l’azienda farmaceutica Gilead e Aifa per il sofosbuvir, ad oggi l’unico farmaco in grado di curare l’epatite C con buone percentuali di riuscita (funziona nel 90% dei casi).
Dopo le recenti affermazioni del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la quale ha annunciato che dal 2016 il sofosbuvir sarà gratis per coloro che ne hanno bisogno, ecco che giunge la notizia di una nuova lotta tra l’azienda farmaceutica che produce questo farmaco e gli stessi medici. Il problema nasce dal fatto che la Gilead, che produce il sofosbuvir, ha interrotto le trattative con l’Aifa per fissare il prezzo. Ecco allora che sono intervenute le Associazioni Scientifiche (AIGO, AISF, SIGE, SIMI e SIMIT) che hanno ritenuto opportuno richiamare a rapporto Aifa, Ministero della Salute e Gilead per riportare la questione su margini di equilibrio:
La scelta di Gilead di rimandare a settembre il nuovo incontro con Aifa rischia di avere importanti ricadute cliniche in termini di salute per i pazienti con epatite cronica C. Si chiede dunque con la massima urgenza un programma gratuito di accesso allargato a Sofosbuvir
Lo slittamento voluto dalla Gilead, insomma, provocherebbe sgradevoli conseguenze solo ed esclusivamente nei pazienti malati di epatite C che sono costretti a ricorrere all’assunzione di questo farmaco per nutrire speranze di debellare questa malattia, una tra quelle che in Italia, rispetto agli altri Paesi, conta il maggior numero di persone colpite. E a proposito del sofosbuvir, il direttore generale dell’Aifa Luca Pani è intervenuto per sottolineare quanto questo medicinale rappresenti per le casse di uno Stato una spesa davvero enorme (negli Stati Uniti, per esempio, il trattamento con sofosbuvir nel paziente malato di epatite C costa 58mila dollari). L’Aifa insomma chiede spiegazioni sul perché di un prezzo così alto ma nel frattempo la situazione si fa sempre più tesa soprattutto perché i casi di epatite C in Italia continuano ad aumentare.