Invecchiare in salute sarebbe l’obiettivo di tutti ma il trascorrere del tempo si lascia dietro segni inesorabili che, alla lunga, rendono le persone di una certa età più cagionevoli e più portate ad ammalarsi. Grazie al progetto Happy Ageing, però, potrebbe non essere più così.
L’iniziativa voluta dal professor Michele Conversano, past president della Società Italiana di Igiene, mira a un solo e unico obiettivo: prolungare e migliorare la vita in salute degli Over 65 che si pensa che in Italia saranno più di un terzo della popolazione nel 2040. Invecchiamento e salute, d’altronde, sono strettamente correlati e allora ecco che in questa ottica il progetto Happy Ageing diventa interessante perché punterebbe a fornire alle persone di mezza età e agli anziani gli strumenti giusti per invecchiare in maniera attiva aumentando di conseguenza l’aspettativa di vita.
Più persone anziane e più in salute, insomma, se a loro vengono forniti i mezzi per invecchiare nel modo corretto. Nel progetto presentato nei giorni scorsi dal professor Michele Conversano si è sottolineato non solo l’importanza dell’assistenza sanitaria per gli anziani ma anche un cambiamento radicale nel modo di intendere le relazioni sociali, oltre che a una rivisitazione completa di quella che oggi è la vita quotidiana di una persona non più giovane quindi un cambiamento che vada dai trasporti alla sicurezza, dall’alimentazione alle comunicazioni.
Ecco perché all’invito di Happy Ageing hanno risposto presente società scientifiche (Società Italiana di Igiene – SItI; Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – SIGG; Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa – SIMFER), organizzazioni di rappresentanti dei cittadini (Federazione Anziani e Pensionati ACLI; Sindacato Pensionati Italiani CGIL; Cittadinanzattiva e Tribunale dei diritti del malato), rappresentanti e organismi istituzionali (Federsanità ANCI, deputati e senatori): tutti unuti per invecchiare in salute perché, come sottolineato dallo stesso professor Conversano, il tema degli anziani non può essere considerato solo un problema di natura sanitaria, questo cambiamento demografico produce trasformazioni di natura economica, culturale e sociale.
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