Donare siringhe ai drogati per evitare contagio da HIV?? Un terzo degli stessi è statisticamente legato allo scambio di aghi che avviene con l’inoculazione di sostante stupefacenti: si può agire su questo particolare fattore?
Negli Stati Uniti questa è un’eventualità che si sta considerando con molta attenzione. E’ assodato che chi fa uso di sostanze stupefacenti metta a repentaglio la propria vita, ma spesso non ci si sofferma a pensare quanto questa azione possa essere pericolosa in termini di malattie virali. La promiscuità della siringa, infatti, rappresenta uno dei mezzi più diretti attraverso i quali l’epatite C e l’HIV si diffondono nelle categorie più disagiate della società. Anche più dei rapporti sessuali e dell’accidentale scambio di fluidi dettato da risse o percosse.
Le donne ed i bambini sono le vittime più colpite dal contagio da HIV derivante dallo scambio di aghi, secondo le autorità sanitarie americane. Motivo per il quale sono stati istituiti negli Stati Uniti diversi centri di riferimento per i pazienti, affinché le fasce più disagiate possano contare su una corretta informazione e prevenire la diffusione del virus. Purtroppo quello dello scambio di aghi è un problema diffuso tra le persone che fanno uso di droga e va detto che la maggior parte di quelle che perseverano in tale comportamento è conscia dei rischi che corre. Questo non toglie che per loro la priorità economica sia però la compravendita di sostanze iniettabili e che la qualità delle siringhe e gli aghi passino in secondo piano fino a che servono al proprio scopo.
E’ per questo motivo che sono allo studio dei progetti che comprendano sia il supporto necessario alla disintossicazione dalle droghe, sia la distribuzione di aghi sterili a coloro che ne fanno uso onde evitare che condividano quelli infetti, contagiandosi a vicenda con malattie potenzialmente mortali come HIV e epatite C.
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