La scoliosi è una vera e propria malattia che colpisce soprattutto gli adolescenti (in maggioranza ragazze) ed è caratterizzata da una curvatura laterale della colonna vertebrale o “spina dorsale”, sul piano frontale, associata ad una rotazione delle vertebre. Necessario è il distinguo tra una scoliosi vera e una semplice attitudine scoliotica: nel primo caso siamo in presenza di una patologia strutturata, irreversibile, prettamente evolutiva (dismorfismo); nel secondo la condizione clinica è del tutto priva di qualsiasi complicanza a breve e/o a lungo termine (paramorfismo).
La diagnosi ultima per stabilire la reale consistenza dei fenomeno spetta allo specialista ortopedico che, grazie anche ad un semplice test di flessione anteriore del busto, potrà rilevare la presenza o meno del “gibbo”, ovvero il segno distintivo della scoliosi vera. Il gibbo è, a sua volta, una prominenza a livello dorsale e/o lombare che non è presente nell’attitudine scoliotica. Nel caso tale prominenza venga rilevata, lo specialista ortopedico invierà il soggetto dal radiologo per gli esami diagnostici.
Nonostante gli studi di Geyere Vercauteren, il nuoto continua ad essere considerato la panacea per la scoliosi. Il tennis, invece, che può comportare solamente un maggior trofismo (ingrossamento) muscolare dei distretti corporei sollecitati, viene ancora sconsigliato dagli addetti ai lavori senza un valido motivo scientifico. La scoliosi, purtroppo, non si può prevenire, ma può essere trattata in maniera efficace, se affrontata tempestivamente.
Nell’80-90% dei casi non se ne conoscono le cause ed è impossibile mettere in atto azioni preventive. Ma molto si può fare sul versante della cosiddetta “prevenzione secondaria“: una volta constatata la presenza della deformità, un’azione mirata sin dall’inizio può contenere al minimo l’aggravamento. Negli altri casi, purtroppo, dove la “malattia” ha raggiunto riconosciuti livelli di gravità, è necessario rivolgersi ad uno specialista ortopedico. I genitori possono dunque stare tranquilli ed indirizzare il proprio figlio in un centro estivo di tennis, a patto che lo stesso sia munito di adeguato personale: un maestro FIT e un preparatore atletico in possesso (almeno) del diploma Isef.