Anche l’Italia prende in mano la situazione per ciò che riguarda il virus Zika e mette in campo delle linee guida compilate appositamente. Esse verranno esposte in aeroporti e snodi turistici, elencando cosa fare e cosa non fare se si viaggia verso i paesi colpiti dal problema.
Il primo suggerimento di queste linee guida è senza dubbio rivolte alle donne in gravidanza: se possibile dovrebbero evitare di viaggiare nei paesi colpiti dal virus, così come le persone immunodepresse o affette da patologie croniche di severa gravità. Non solo: è stato chiesto ai donatori di sangue, provenienti da un periodo passato nei paesi a rischio, di sospendere la donazione per 28 giorni dalla data del ritorno.
Dopo l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il Ministero della Salute, complici alcuni casi sul territorio italiano, non ha perso tempo. I numeri preventivati sono allarmanti: secondo le stime dell’OMS la diffusione dell’agente patogeno è inarrestabile e si calcola che nelle sole Americhe gli infettati potrebbero essere tra i 3 ed i 4 milioni, di cui 1,5 nel solo Brasile. Sebbene la sintomatologia non sia grave, il rischio di microcefalia per i ciò che concerne sembra essere alto. A breve, hanno spiegato gli esperti dell’OMS, uno studio dedicato mostrerà un legame causa-effetto tra la malattia infantile e l’esposizione delle madri al virus.
Ancora non è stato dichiarato lo stato di emergenza globale: una riunione in tal senso dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è prevista per il prossimo 1 febbraio. I contagi perpetrati dalla zanzara Aedes nella zona sono incontrollabili data la sua natura, ma è necessario mettere a punto delle politiche preventive riguardanti le persone che, dopo aver soggiornato nei paesi dove il virus Zika è endemico, tornano nei propri Stati di origine. E’ in questo modo infatti che il contagio è arrivato anche in Italia, in Europa ed in America del Nord.
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