Parkinson: sintomi ed assistenza. Ecco cosa dobbiamo sottolineare in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla malattia: fare il punto della situazione è quasi d’obbligo, al fine di affrontare correttamente questa patologia.
Il Parkinson è una malattia neurologica a carattere degenerativo: non vi è possibilità di guarigione. La sua progressione è lenta ed inesorabile e tutto ciò che è possibile fare al momento, con le nostre attuali conoscenze, è il tentare di controllare il più possibile i sintomi. Gli scienziati di tutto il mondo sono alla continua ricerca di terapie sempre più efficaci, ma il traguardo, purtroppo, in tal senso sembra ancora essere lontano. Non è ancora chiaro perché il Parkison faccia la sua comparsa nella vita delle persone, ma si è notato che porta alla degenerazione della sostanza nera, la zona del cervello che produce la dopamina, e si pensa che siano diverse le concause alla sua base: una componente genetica, l’esposizione a pesticidi ed idrocarburi ed a metalli pesanti.
I sintomi del Parkinson sono diversi e di differente tipologia. Vi è il tremore a riposo di una mano (ma anche della mandibola o di un piede), ma anche la paralisi: chiamata “freeze” in gergo medico, che può portare alla morte inibendo la respirazione. Si manifestano anche la perdita di equilibrio e una certa lentezza dei movimenti automatici, il tutto accompagnato da rigidità. Le attività quotidiane diventano difficili da affrontare e pian piano si modificano anche la voce e la capacità cognitive declinano portando con sé disturbi dell’umore e del sonno: tutto l’organismo ne risente.
L’assistenza ai malati di Parkinson purtroppo non è priva di difetti e questo è un particolare che deve essere sottolineato in concomitanza con la Giornata Mondiale dedicata alla malattia. Di solito essa viene affrontata con specifici farmaci come la levodopa e gli inibitori enzimatici che però hanno effetti collaterali. E quando le terapie creano assuefazione? Si arriva alla stimolazione cerebrale profonda. Non tutte le strutture sono attrezzate per una corretta assistenza e in molte parti d’Italia mancano dei programmi specifici a tal riguardo: questo porta la famiglia a divenire il primo caregiver pagando di tasca propria delle “collaborazioni assistenziali” più preparate. La Giornata Mondiale contro il Parkinson serve per portare in superficie tutto questo. E spingere verso una maggiore consapevolezza.
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