Il tumore al seno, o carcinoma della mammella, è dovuto alla crescita anomala di cellule della ghiandola mammaria. E’ la forma di cancro più comune nelle donne. Non tutti i tumori al seno sono eguali e diverse conseguentemente sono anche le possibilità di cura, di guarigione, la prognosi e l’evoluzione. Taluni sviluppano metastasi. Ecco tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Tumore al seno e rischio metastasi: i numeri
⦁ Ogni anno nel mondo, si registrano circa 1 milione 700 mila nuove diagnosi.
⦁ Solo il 5-10% delle donne ha una diagnosi iniziale con malattia primaria già in fase avanzata con metastasi.
⦁ Anche fino al 30% delle donne con diagnosi precoce può sviluppare questa diffusione della malattia ad altri organi.
⦁ In Italia la sopravvivenza da carcinoma mammario avanzato o metastatico è molto aumentata- grazie anche alla ricerca e a nuove terapie- passando dai 15 mesi degli anni ’70 ai 58 mesi di inizio Duemila (fonte AIOM-AIRTUM).
⦁ Nel 2015, sono stati stimati globalmente 560.000 decessi causati da tumore al seno, oltre il 90% dei quali dovuto a metastasi.
Classificazione tumore al seno
Uno dei tanti scogli che ci si trova davanti al momento di una diagnosi è quello di interpretare il linguaggio medico dei referti (e troppo spesso anche dello specialista), circa il tipo di tumore e la sua pericolosità. Esistono infatti numerosi termini e classificazioni che gli oncologi utilizzano in base ai casi, ma i più importanti, al fine di comprendere bene la situazione per i pazienti, sono 2: la stadiazione e la tipizzazione molecolare.
Tumore al seno, la stadiazione
Il tumore al seno viene classificato in 4 categorie o stadi, in base alla sua evoluzione al momento della diagnosi.
⦁ Stadio 1 o stadio iniziale: con questo termine si è soliti indicare i carcinomi con un diametro inferiore ai 2 centimetri la cui estensione è limitata al seno e non c’è coinvolgimento dei linfonodi.
⦁ Stadio 2 o stadio iniziale: rientrano in questa categoria i tumori diffusi nelle immediate vicinanze del seno, che ad esempio raggiungono i linfonodi ascellari.
⦁ Stadio 3 o localmente avanzato: di dimensioni varie, sono- come si evince dal nome- tumori diffusi a tessuti vicini alla mammella, come sotto il torace, i linfonodi sotto la clavicola, accanto al collo o sotto il braccio.
⦁ Stadio 4 o stadio avanzato: sono quei tumori che si sono diffusi ad altri organi, anche distanti dal seno, attraverso il sangue e le vie linfatiche, ovvero hanno sviluppato metastasi. Queste colpiscono per lo più ossa, polmoni, fegato e cervello. In questo stadio si ha la prognosi più sfavorevole.
Tumore al seno e tipizzazione molecolare
Il tumore al seno può essere classificato anche in relazione ad alcune caratteristiche biologiche, in particolare in base ai recettori ormonali presenti sulle cellule neoplastiche, ovvero alla presenza o meno di determinati recettori espressi dalle cellule tumorali:
⦁ HR positivi (hormone receptors) se possiedono recettori per gli ormoni femminili e possono essere estrogeno-positivi (ER+) e progesterone-positivi;
⦁ HER2 positivi (da human epidermal growth factor receptor 2) se presentano molti recettori di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano;
⦁ triplo negativi nel caso in cui non presentano nessuno dei tre recettori.
I tumori al seno HR-positivi possono essere ulteriormente distinti in luminali A, neoplasie con espressione dei recettori ormonali a prognosi favorevole, e luminali B, neoplasie che, sebbene posseggano l’espressione dei recettori ormonali, presentano un rischio di recidiva elevato.
Fattori di rischio
Esistono poi dei fattori di rischio che possono peggiorare la prognosi oltre la malattia metastatica e questi sono:
⦁ Età (>55 anni)
⦁ Precedente di tumore al seno
⦁ Familiarità
⦁ Particolari mutazioni genetiche come BRCA1 E BRCA2.
I meccanismi di progressione della malattia e della formazione di metastasi non sono ancora noti e non è chiaro comunque come questi fattori influenzino tale rischio.
Diagnosi
La diagnosi di tumore al seno può essere effettuata attraverso: esame clinico al seno, mammografia, ultrasuoni, risonanza magnetica per immagini e/o biopsia.
⦁ Una volta diagnosticato, il tumore al seno è classificato per stadio, in base alla dimensione del tumore e a quanto si è diffuso dalla sede primaria ai linfonodi o ad altre zone del corpo.
⦁ Le biopsie servono a stabilire le caratteristiche biologiche del tumore, che hanno rilevanza nella programmazione delle terapie. I marker più analizzati sono quelli che indicano la presenza di recettori per gli estrogeni (ER-positivi) e il progesterone (PR-positivi) e la presenza di recettori di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Oltre il 70% dei carcinomi mammari avanzati sono positivi ai recettori degli estrogeni e/o del progesterone al momento della diagnosi e possono quindi essere trattati con terapia ormonale.
Trattamento
⦁ La presenza o l’assenza di questi recettori è determinante per comprendere il tipo di terapia da seguire.
⦁ Attualmente non esistono cure per il tumore al seno metastatico, quindi l’obiettivo terapeutico è quello di prolungare la sopravvivenza mantenendo una buona qualità di vita.
⦁ Le possibilità di trattamento sistemico (oltre cioè quello chirurgico e la radioterapia) per il tumore al seno metastatico includono la chemioterapia, la terapia ormonale e le terapie target (ovvero contro specifici bersagli molecolari).
⦁ Un trattamento completo necessita di almeno 3-6 mesi di terapia.
⦁ La terapia ormonale viene scelta se il tumore presenta recettori per estrogeni e/o progesterone. Si utilizzano inibitori dell’aromatasi o terapie antiestrogeniche.
⦁ Le terapie mirate o target therapy con anticorpi monoclonali hanno come bersaglio alcune importanti componenti cellulari che svolgono un ruolo decisivo nella crescita del tumore (VEGF, HER2, mTOR, CDK).
⦁ La chirurgia e la radioterapia sono impiegate per la riduzione della massa tumorale o per controllare i sintomi.
“Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con i tumore al seno metastatico”
Si parla molto di prevenzione di tumore al seno e di diagnosi precoce e questo ha favorito certamente negli ultimi anni un forte abbassamento dei tassi di mortalità. Purtroppo non si può dire lo stesso del carcinoma alla mammella in fase metastatica ed è per questo- per far conoscere meglio tale forma di tumore- che è nata la campagna di sensibilizzazione “Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con i tumore al seno metastatico”.
Il progetto promosso da Pfizer e realizzato in partnership con Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Europa Donna Italia, ha deciso di dar voce direttamente alle pazienti per spiegare la loro quotidianità: la convivenza con un tumore dal quale non si può guarire, ma con cui si può convivere, anche a lungo, proprio grazie alle nuove terapie. Come dicono i medici: “è una malattia che si può rendere cronica”.
Leggendo le storie scritte di pugno da queste donne si può capire molto. La loro forza, le paure, le difficoltà pratiche, sociali, professionali o burocratiche, ma anche la possibilità di una speranza.
Potete seguirle sul sito
www.voltatiguardaascolta.it
e/o sulla pagina Facebook dedicata:
https://www.facebook.com/voltatiguardaascolta
La campagna avrà anche una diffusione nazionale, sul web, radio e con eventi di piazza. Maggiori informazioni sul sito.