La chiamano twindemia: sotto questo nome viene indicata la contemporanea infezione da covid e influenza stagionale. Qualcosa che se non curato in maniera adeguata potrebbe portare anche a una crescita della mortalità.
Twindemia, epidemia gemellare
Twindemia significa letteralmente epidemia gemellare, dall’inglese twins che per l’appunto significa gemelli. Nel corso di questi due ultimi anni il portare mascherine e il mantenere un certo distanziamento sociale ha protetto dal covid ma ha contemporaneamente indebolito il nostro sistema immunitario. I precedenti contatti ripetuti che avevamo con il virus influenzale, anche senza sviluppare la malattia, rafforzavano le nostre difese. Tutte le precauzioni che abbiamo preso per non ammalarci di coronavirus hanno portato l’influenza quasi a scomparire. È per tale motivo che ora si rischia una doppia ondata. E nonostante l’attuale variante di omicron porti dei sintomi più leggeri le conseguenze possono essere aggravate proprio dal virus dell’influenza.
Il vero problema è che essendo caduti tutti quanti gli obblighi relativi alle mascherine il contatto virale può essere più frequente. Con una sostanziale differenza: il nostro sistema immunitario non è più abituato a contatti frequenti col virus dell’influenza. Non aiuta poi che contagi da covid continuino a risalire, fermandosi su un RT di 1,18. Non è possibile poi prevedere quanto ancora i ricoveri ordinari e le terapie intensive in aumento possano rimanere al di sotto del numero critico. Molto sicuramente dipenderà dal comportamento delle persone nei prossimi mesi e dall’andamento della campagna vaccinale covid e influenzale.
Maggiore letalità in caso di covid e influenza insieme
Al momento omicron è ancora la variante prevalente, ma bisogna tenere gli occhi aperti nei confronti di cerberus. Entrambe possono aumentare la loro letalità se unite a un virus respiratorio o all’influenza, almeno stando secondo i dati provenienti dall’Inghilterra dove la twindemia è già iniziata.
Non bisogna prendere sotto gamba la twindemia, come ha spiegato Christian Wiedermann dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano a Il Messaggero. Questa doppia ondata, infatti, fa salire i casi in cui si rende necessaria la respirazione assistita per i pazienti.
Non bisogna dimenticare poi che le persone di età superiore ai 65 anni e quelle con malattie croniche hanno un rischio maggiore di un decorso sfavorevole dell’influenza. È importante rendersi conto che nelle persone fragili e affette da patologie una simile concomitanza di virus potrebbe avere conseguenze gravi.
Cosa fare quindi? Il consiglio è quello di vaccinarsi contro l’influenza e di sottoporsi al booster per quel che riguarda il covid. E soprattutto in situazioni di assembramento portare la mascherina. Meglio essere protetti piuttosto che rimpiangere di non averlo fatto.