È un telefono amico specifico per la psichiatria, un supporto per chi soffre di disagio mentale. Il “Progetto ltaca” da sei anni offre a chi lo desidera il conforto di un sostegno psicologico: ascolta, conforta, dà indicazioni sulle strutture sanitarie alle quali rivolgersi per le terapie, il tutto grazie a un numero verde (800.274.274) e a un indirizzo e-mail ([email protected]). Spiega Ughetta Radice Fossati, vicepresidente di “Progetto ltaca”, associazione onlus di volontari per la salute mentale
«L’80 per cento delle persone che si rivolgono a noi soffre di depressione e ansia. Il dato preoccupante è che c’è una fortissima prevalenza femminile: quasi i due terzi di chi si rivolge alla nostra linea d’ascolto sono donne. Una forma di depressione femminile particolarmente subdola è quella post-partum: per questo uno degli ultimi progetti che abbiamo fatto partire è dedicato alla prevenzione di questa patologia, in collaborazione con il Centro depressione donna del dipartimento di salute mentale dell’ospedale Fatebenefratelli».
Questo tipo di depressione è molto più diffusa di quanto si possa pensare e, soprattutto, è un fenomeno sommerso.
«Colpisce il 10 per cento delle donne che partoriscono e arreca molta sofferenza a tutto il nucleo familiare in un momento così delicato. Si pensa che la nascita di un bambino debba portare soltanto gioia e soddisfazione e, quindi, la maggior parte delle mamme si vergogna di confessare il disagio e vive come una colpa non essere felice per la nascita di un figlio. Ma non è una vergogna, fa parte dell’esperienza di tante donne, soprattutto ai nostri giorni. Un tempo le mamme allevavano i figli con il sostegno delle altre donne della famiglia, mentre invece oggi molti nuclei sono monofamiliari, sradicati nella grande città, e la mamma può trovarsi senza appoggi e molto fragile»
Secondo l’associazione “Progetto Itaca”, la prevenzione è possibile. Spiega la vicepresidente
«Le donne in questa situazione incontrano molti medici: il ginecologo, il medico di famiglia, il pediatra. Ci sono fattori di rischio evidenti, ignorati da molti medici, che permettono di intervenire tempestivamente: chi ha già sofferto di depressione, chi ha una familiarità con la patologia, particolari condizioni (madre sola, gravidanza o parto difficili, neonato problematico). “Progetto Itaca” vuole fornire indicazioni ai medici che sono vicini alle donne in questa fase della vita e che possono fare attenzione a questi segnali. L’iniziativa che abbiamo avviato in collaborazione con l’associazione “Progetto Panda”, inoltre, prevede la fori-nazione di volontari per la visita a domicilio alle puerpere al fine di accompagnarle e sostenerle durante i primi mesi dal parto. Per ora stiamo lavorando sulla zona di Milano, ma vorremmo estendere l’iniziativa, anche perché il Centro depressione donna è sovraterritoriale e quindi ha pazienti da tutta Italia».