Un recente studio dell’Università UC Irvine ha scoperto che un gene chiamato TOMM40 appare due volte più spesso nelle persone con il morbo di Alzheimer rispetto a quelle che non ce l’hanno. Il morbo di Alzheimer, per il quale ancora non vi è alcuna cura, è la principale causa di demenza negli anziani. Una forma nociva di TOMM40 è stata dimostrata in grado di aumentare notevolmente la sensibilità nei confronti degli altri fattori di rischio, come ad esempio la presenza di un gene chiamato ApoE-4, spiegano i ricercatori nella relazione di presentazione dello studio. Le persone che hanno il gene ApoE-4 hanno da tre a otto volte più probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer.
Il gene TOMM40 influisce sulla facilità con cui le molecole possono entrare e uscire dai mitocondri, il centro di produzione di energia ed il mediatore dello stress delle cellule. Il TOMM40 permette anche alcuni processi materiali che formano placche amiloidi, una caratteristica del morbo di Alzheimer
ha spiegato il Dr. Steven Potkin, autore principale dello studio e docente di psichiatria e comportamento umano.
Continuando nella sua relazione, il professor Potkin spiega che:
Con l’invecchiamento, il numero e la funzione dei mitocondri diminuisce, ed è accompagnato da un parallelo aumento del rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer. Questo studio mira ad usare delle terapie a base mitocondriale per tentare di curare la malattia.
A sostenere la ricerca è la scoperta dell’UCI, che è stata presentata di recente in occasione della Conferenza internazionale sul morbo di Alzheimer, in Austria. Gli scienziati della Duke University hanno scoperto che i pazienti con il morbo di Alzheimer sviluppavano l’aumento inconsueto del gene TOMM40 in media nell’arco di sette anni prima rispetto agli anziani che però non presentavano la malattia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLoS One.
Fonte: [Sciencedaily]