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Coppia di donne italiane avrà un figlio

 

Si amano, vivono insieme da due anni ed hanno deciso di avere un figlio. Non sarebbe una notizia di rilievo se non stessimo parlando di due donne. La legge italiana non permette iniziative di questo tipo: le due protagoniste hanno dovuto trasferirsi in Danimarca, luogo dove l’inseminazione artificiale tra coppie omosessuali è possibile, per poter realizzare il loro sogno.

La storia è stata raccontata dal Corriere di Siena che ha intervistato le due future mamme, scatenando non poca bagarre. Si chiamano Sara e Margherita e sono felici, come qualunque altra coppia eterosessuale. Come in tanti altri casi di fecondazione eterologa, il padre biologico è un donatore sconosciuto. Sara ha assistito all’intervento, con una partecipazione emotiva doppia: quella classica di chi, con la propria compagna decide di far questo passo, e quella di una donna che avrà presto un figlio anche se non biologicamente suo.

Neanche legalmente però. L’unica madre sulla carta sarà Margherita che porterà avanti la gravidanza e darà alla luce il frutto di questo amore. I concittadini senesi delle due donne si sono divisi su vari fronti: da una parte, molti hanno ritenuto non ci fosse nulla di male, altri hanno definito Siena una città “troppo chiusa per queste cose”. Il fronte contrario ha invece destato perplessità sulla crescita psico-sociale del nascituro.

Il quotidiano senese, che ha lanciato la notizia, ha intervistato al riguardo il prof. Andrea Angiolini Direttore dell’Unità operativa di Psichiatria delle Scotte di Siena. Lo specialista, che ha lavorato negli Stati Uniti per lungo tempo, anche con coppie omosessuali desiderose di avere figli, ha spiegato che non ci sono rischi da questo punto di vista:

Esistono ancora tanti pregiudizi: principalmente resta la convinzione che i figli nati da queste unioni possono crescere con gravi deficit. E’ una vecchia credenza che va superata, lo dicono gli studi internazionali più accreditati in campo psicoanalitico e psichiatrico. Negli Stati Uniti ho seguito coppie omossessuali che volevano un figlio. Si impiegano le stesse tecniche di supporto che vengono usate per i genitori eterosessuali che vogliono intraprendere l’esperienza dell’inseminazione o dell’adozione. Anche quelle coppie che sembrano convinte al cento per cento e che pensano di non avere alcuna titubanza, hanno comunque bisogno di aiuto.

Margherita e Sara stanno per soddisfare il loro istinto materno, che non si è fermato di fronte ad una legge. Anche il loro può dirsi un “viaggio della speranza”. Auguri!

[Fonte: Ansa]