Il bullismo: gravi episodi di violenza, umiliazioni e ingiustizie, aggressioni fisiche e verbali tra giovani nelle scuole, nelle strade e nei luoghi di incontro. Il fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro come in altri Paesi, e può creare gravi disagi ai bambini e agli adolescenti che ne sono vittime. Non si tratta solo di provocare o di assumere atteggiamenti di scherno, spesso sono vere e proprie aggressioni, intenzionali e reiterate nel corso del tempo. Ad esserne interessati, come vittime e come carnefici, sono giovani in età scolare, tra i 7 ed i 18 anni di età.
Negli Stati Uniti, dove il fenomeno del bullismo è molto diffuso ed in continua espansione, nelle scuole si stanno sviluppando programmi educativi volti ad affrontare e prevenire il problema con l’aiuto dei genitori, che hanno un ruolo chiave nel condizionare i problemi di comportamento dei figli.
Stando a quanto afferma un pediatra dello University of Texas Southwestern Medical Center, Rashmi Shetgiri, autore di uno studio sul tema presentato il 3 maggio scorso alla conferenza annuale della Pediatric Academic Societies (PAS), svoltasi A Vancouveur in Canada:
“Migliorare la comunicazione genitore-figlio e coinvolgere i genitori nella prevenzione degli atti di bullismo potrebbe avere un impatto sostanziale nel porre un freno al fenomeno”.
Il dottor Shetgiri ha analizzato i dati del National Survey of Children’s Health relativi al 2007, contenenti 45.897 interviste a genitori con figli di età compresa tra i 10 ed i 17 anni. Tra le domande poste, ce n’erano alcune sul bullismo. I ricercatori hanno quindi identificato i fattori che hanno aumentato o ridotto il rischio di un bambino di essere un prepotente.
Ad avere figli bulli era ben il 15% dei genitori. I fattori che aumentavano il rischio includevano la razza (gli afroamericani e i latini più aggressivi dei bianchi), disturbi emotivi e comportamentali e problemi di salute mentale delle madri.
Inoltre, ad essere più bulli erano i figli di genitori che erano sempre molto arrabbiati con loro o che accusavano spesso il loro bambino di fare delle cattive azioni giusto per fare un dispetto a loro.
Ci sono stati anche fattori che hanno ridotto la probabilità che un bambino diventi un bullo. I bambini più grandi, quelli che vivono in una casa dove la principale lingua parlata non è l’inglese e coloro che svolgevano diligentemente i compiti a casa.
I genitori hanno dimostrato di avere un ruolo protettivo. Coloro che hanno condiviso le loro idee e parlato con il loro bambino, e quelli che hanno incontrato la maggior parte degli amici dei loro figli avevano molte meno probabilità di ritrovarsi un figlio bullo.
Secondo il dottor Shetgiri:
“I genitori dovrebbero prendere coscienza e saper gestire i sentimenti negativi dei loro figli, come la rabbia ad esempio, e rispondere al bambino in modo non aggressivo”.
[Fonte:American Academy of Pediatrics (2010, May 6). Parental involvement key to preventing child bullying. ScienceDaily. Retrieved May 7, 2010, from http://www.sciencedaily.com /releases/2010/05/100503074239.htm]