Niente allarmismi, il bagno in mare, se le acque sono pulite, resta sicuro e privo di gravi rischi. Tuttavia in località di balneazione particolarmente sporche, con un’alta concentrazione di batteri, gli esperti avvertono di potenziali disturbi al rientro dalla vacanze o durante il soggiorno stesso e di una maggiore percentuale di infezioni.
A dirlo è un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori dell’Università di Miami (USA) e pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica International Journal of Epidemiology.
Gli autori hanno analizzato un campione di 1.300 persone, suddivise in due gruppi: il primo stava in spiaggia senza però fare il bagno, il secondo si bagnava per quindici minuti, immergendosi completamente almeno tre volte.
Trascorsa una settimana, i partecipanti sono stati intervistati sul loro stato di salute e le risposte dei due gruppi, confrontate, hanno riportato maggiori malesseri nei bagnanti:
quelli che avevano fatto il bagno avevano una probabilità 1,8 volte maggiore di problemi gastrointestinali, 4,5 volte maggiore di avere problemi respiratori e 6 volte maggiore di avere problemi alla pelle, derivanti soprattutto dalla presenza di enterococchi nell’acqua.
Helena Solo-Gabriele, uno degli autori dello studio, avverte che con con questo non si vuole dire che bisogna evitare la spiaggia perché il mare ha diversi benefici per l’organismo. Tuttavia sarebbe opportuno rispettare alcune semplici regole igieniche:
- informarsi sulle condizioni microbiologiche delle acque di balneazione della località in cui si soggiorna. In Italia si può visitare il portale acque del ministero della Salute (www.portaleacque.it), che viene aggiornato in tempo reale;
- evitare di bere accidentalmente l’acqua di mare per quanto possibile;
- non fare il bagno se si hanno ferite aperte o sintomi dell’influenza;
- farsi la doccia dopo il bagno e lavarsi accuratamente le mani prima di mangiare al ritorno dalla spiaggia. Pensate che lavarsi le mani riduce del 99% la presenza di batteri Escherichia Coli, presenti comunemente anche nella sabbia e imputabili di diversi disturbi gastrointestinali.
[Fonte: Ansa]