I ricercatori del MIT e dell’Università di Cambridge nel Regno Unito hanno pubblicato uno studio dove salta all’occhio un dato a dir poco sconcertante: circa 8.000 morti premature, in tutto il mondo, sono dovute alle emissioni degli aerei. L’atterraggio e il decollo producono una quantità significativa di inquinanti, ma queste fasi sono già regolamentate, mentre le crociere ad altitudini di circa un chilometro non lo sono (almeno non in tutto il mondo).
Gli aeromobili emettono ossidi di azoto (NOx) e ossidi di zolfo (SOx), che reagiscono con i gas già esistenti nell’atmosfera per formare particelle dannose di particolato. Questa ricerca fornisce la prima stima dei decessi prematuri attribuibili alle emissioni degli aeromobili ad altitudini da crociera. L’attuale prassi normativa è quella di controllare solo il ciclo di emissioni durante atterraggio e decollo, convenzionalmente fino ad un’altitudine di circa 1 km.
Le emissioni pericolose sarebbero dunque controllate e mantenute sotto la soglia di sicurezza in queste due fasi delicate. Ma in realtà non sono queste a preoccupare.
Infatti anche se il 90% del carburante per aeromobili viene bruciato ad un’altitudine di crociera, solo le sostanze inquinanti che vengono emesse durante il decollo e l’atterraggio vengono regolate dalla misurazione delle emissioni durante i test.
Per capire la portata del problema dell’inquinamento atmosferico in prospettiva, basti pensare che queste 8.000 morti premature – quanto una tragedia come un terremoto tra i più catastrofici o uno tsunami – sono solo circa l’1% del totale delle morti per inquinamento.
Nel 2004, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che circa un milione di decessi all’anno fossero causati dall’inquinamento atmosferico, e numerosi studi epidemiologici hanno collegato l’inquinamento atmosferico allo sviluppo di malattie cardiovascolari e respiratorie, tra cui il cancro al polmone.
Questi studi sono stati effettuati monitorando migliaia di adulti durante diversi anni per misurare la loro esposizione all’inquinamento atmosferico, mentre controllavano il loro stato di salute. Una volta che i dati sono stati analizzati statisticamente per correggere gli altri fattori di rischio come il fumo, i risultati hanno indicato che una maggiore esposizione alle particelle sottili causata dall’inquinamento atmosferico è legata a problemi di salute come la bronchite cronica e alla ridotta funzione polmonare, così come alla morte prematura. Mentre ci potrebbe essere più urgenti fonti di inquinamento atmosferico da affrontare, questo studio mostra che volare ad altitudini di oltre un km non è così benigno come si pensava.
[Fonte: Treehugger]