Una interessante scoperta effettuata dagli scienziati dell’Università di Nottingham (Inghilterra) potrebbe dare nuova speranza a chi soffre di allergie ai gatti, e che si trova costretto a scegliere tra la propria salute e l’animale domestico.
Il team di immunologi, guidato dai dottori Ghaem-Maghami e Martinez-Pomares della Facoltà di Scienze Mediche Molecolari, hanno identificato un componente cellulare che svolge un ruolo chiave nello scatenare le reazioni allergiche ai peli di gatto. La scoperta contribuisce alla nostra comprensione di come il sistema immunitario del corpo identifica e reagisce agli allergeni, il che potrebbe spianare la strada allo sviluppo di nuovi metodi di trattamento delle allergie.
La scoperta interesserà milioni di persone affette da asma la cui condizione è spesso aggravata dalla loro allergia ai peli di gatto o agli acari della polvere. I peli di gatto sono composti da frammenti microscopici di pelle, che diventano facilmente trasmissibili nell’aria. Il dott. Amir Ghaem-Maghami ha spiegato:
C’è stato un forte aumento della prevalenza delle allergie negli ultimi decenni e l’asma allergica nei bambini ha raggiunto proporzioni epidemiche in molti Paesi industrializzati. Nonostante i miglioramenti nella cura del paziente, tre persone muoiono ogni giorno nel Regno Unito di asma, e la maggior parte delle terapie puntano a migliorare i sintomi piuttosto che curare la condizione.
Molte persone con asma sono molto sensibili agli allergeni dispersi nell’aria, tanto che gli ultimi studi hanno dimostrato che fino al 40% dei bambini con asma allergico vede aggravare il suo problema a contatto con gli allergeni del gatto.
Una migliore comprensione di come l’interazione tra allergeni e il sistema immunitario conduce all’allergia è essenziale se vogliamo sviluppare trattamenti più efficaci ed efficienti per questa condizione debilitante.
L’allergia è una malattia causata dalla reazione del sistema immunitario del corpo a sostanze normalmente innocue che si trovano nell’ambiente, conosciute come allergeni. Credendosi sotto attacco, il sistema immunitario produce una molecola chiamata IgE, che finisce per rilasciare sostanze chimiche da alcune cellule del sistema immunitario che, insieme, causano una risposta infiammatoria ed i classici sintomi dell’allergia: prurito agli occhi, starnuti, naso che cola e dispnea.
La ricerca in questione, recentemente pubblicata sul Journal of Biological Chemistry, si è concentrata sul ruolo del recettore del mannosio (MR), un recettore presente sulla superficie delle cellule dendritiche. Queste cellule sono tra le prime del sistema immunitario che vengono a contatto con gli allergeni. Il team ha scoperto che l’MR si lega ad una vasta gamma di allergeni e svolge un ruolo importante nella risposta allergica agli acari della polvere. Nel loro ultimo studio hanno esaminato il contributo dell’MR all’allergia causata da un allergene del gatto di grande rilievo definito Fel d 1.
Sono stati in grado così di dimostrare che l’MR è necessario per riconoscere il Fel d 1 come potenziale invasore esterno e per la produzione di IgE. La scoperta dimostra che MR gioca un ruolo fondamentale non solo nel riconoscere gli allergeni, ma anche nel provocare reazione allergica del corpo, e dunque dei farmaci che mirano a bloccarlo potrebbero evitare anche l’insorgere delle reazioni allergiche in chi non può nemmeno avvicinarsi ad un gatto.
I gatti contro asma e allergie
Meno allergie per i bambini con un cane in casa
Gatti e cani per chi soffre di allergie
[Fonte: Sciencedaily]