Molto spesso parliamo di dieta mediterranea, ma non tutti sanno in cosa consiste: si sottolinea l’importanza dell’uso di olio extravergine di oliva, si evidenziano le proprietà benefiche di pomodori o quelle protettive della frutta. Ma in realtà con il termine “dieta” si intende uno “stile di vita”, che è legato ad un equilibrio nutrizionale oltre che al dispendio energetico. E’ cioè inutile fare grandi abbuffate di antiossidanti tramite ad esempio dei frutti di bosco, se poi si accompagnano quotidianamente a grandi quantità di carne, un eccessivo accumulo di calorie e sedentarietà. Non esistono dunque cibi che fanno bene alla salute se non sono inseriti in uno stile di vita adeguato. Come distribuire allora i nutrienti nei nostri pasti?
La Dieta Mediterranea prevede che le calorie (necessarie all’energia che ci serve per le nostre attività quotidiane) siano così distribuite: il 55-60% deve venire dai carboidrati, il 25-30% da grassi (essenzialmente vegetali) e solo per il 10-15% da proteine. E la nostra alimentazione? Attualmente la dieta italiana è fortemente sbilanciata nell’assunzione di proteine animali, per lo più carne, a discapito del pesce e soprattutto delle proteine vegetali, come quelle dei legumi. Eccessivo è anche il nostro consumo di grassi, anche questi provenienti dagli animali (burro e strutto) anziché dall’olio di oliva!
Una curiosità. La dieta mediterranea, non è tipica della sola Italia, ma di tutte le popolazioni che si affacciano su questo mare, tradizionalmente avvezze ad utilizzare in grandi quantità ortaggi, cereali, frutta, olio, pesce e carne benché non in quantità eccessive, ovvero quegli alimenti facili da coltivare o reperire naturalmente grazie al favorevole clima.
Il primo “scopritore” della salubrità di questo tipo di alimentazione fu, intorno agli anni ’50, un ricercatore americano Ancel Keys: si era reso conto della grande differenza di mortalità per malattie cardiovascolari tra gli Stati Uniti e la Grecia. Convinto che la soluzione risiedesse nel regime alimentare, si trasferì in Italia, a Pioppi, un vero gioiello del Cilento, per proseguire i suoi preziosi studi, che nel tempo hanno avuto successo. L’ultima conferma, lo scorso Novembre quando l’UNESCO ha individuato la Dieta Mediterranea (termine coniato dallo stesso Keys) quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, per il suo valore storico-culturale oltre che, ovviamente, per i suoi effetti positivi sulla salute dell’uomo.
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