Ore ed ore passate davanti alla televisione a guardare cartoni animati e telefilm. Per non parlare, poi, dell’utilizzo smodato dei videogiochi. Insomma, la maggior parte dei nostri ragazzi passa il suo tempo in un modo decisamente poco istruttivo. Ma c’è di più. Queste pessime abitudini possono addirittura rappresentare un pericolo per la salute.
Il primo, anche se non molto diffuso, è rappresentato dagli attacchi epilettici, dovuti soprattutto alle stimolazioni luminose. Tale fenomeno non deve però creare angosce perché interessa, per fortuna, solo i soggetti definiti fotosensibili, che dovrebbero evitare sia i videogiochi, sia la permanenza prolungata davanti allo schermo della televisione. Il fatto che un ragazzo non sia a rischio di crisi epilettiche non lo mette, però, al riparo dalle insidie di console e videogiochi, che spesso si manifestano solo dopo molto tempo.
Infatti, i bambini che passano ore davanti al televisore o al monitor di un videogioco possono accusare problemi alla schiena e alle scapole (irrigidimenti e dislocazioni) provocati dalla postura scorretta. Spesso, poi, le loro occhiaie sono livide e soffrono di disturbi del sonno, con stati di irrequietezza e irritabilità. Possono manifestarsi, inoltre, problemi di concentrazione, e tendenza al sovrappeso per mancanza di attività fisica.
E, se da un lato, i giochi elettronici aumentano la velocità dei loro riflessi e certe storie viste in tv possono stimolare la loro fantasia, è altrettanto vero che la maggior parte dei bambini viene negativamente influenzata dalle vicende proposte, non sempre “pacifiste“. Essi finiscono, così, col vivere in un mondo irreale, nel quale i messaggi violenti sono la norma, dove i più forti vincono sempre, e senza troppa fatica, e il mancato rispetto delle regole corrisponde alla normalità.
È bene quindi tenere d’occhio i comportamenti e le reazioni soprattutto dei più piccini, che hanno scarsa capacità critica, e ricordare che un monitor non è mai una buona balia: può al massimo essere un diversivo, una pausa, uno dei tanti modi per svagarsi ma, quel che conta, è che non sia l’unico.