La cefalea a grappolo è una delle emicranie più pesanti da sopportare per un essere umano. Conosciuta sotto il soprannome di “cefalea da suicidio” rappresenta una delle patologie meno tollerate, a livello di dolore dalla popolazione. Ora si tenta di curarla con l’ossigeno. Con risultati davvero incoraggianti.
Torniamo un po’ indietro nel tempo : la prima cura efficace per questo tipo di emicrania, caratterizzata da attacchi che si raggruppano in “grappoli” concentrati in un determinato periodo alternandosi poi a fasi di remissione, è arrivata negli anni ’90 con i triptani, una tipologia di farmaci utilizzati principalmente per via sottocutanea .
Una tipologia di somministrazione dovuta al maggiore impatto della sostanza con il corpo, dovuta alla particolare resistenza di questo mal di testa, la cui forza rende troppo lento un attacco per via orale. Per far capire la potenza di questa emicrania a chi fortunatamente non ne ha mai sofferto, il dolore causato rappresenta una delle maggiori motivazione del recarsi al pronto soccorso per la popolazione.
Tornando ai nostri giorni, l’ossigeno appare essere l’unica sostanza capace di stroncare, almeno per un periodo limitato di tempo, gli attacchi di cefalea. Funziona in questo modo : l’ossigeno viene inalato alla concentrazione del 100% a un flusso a pressione costante di 7-10 litri al minuto per un quarto d’ora. In questa maniera, è statisticamente provato, le crisi vengono stroncate nel 50% dei casi in circa 7 minuti ed in percentuale del 93% in 10. Ovviamente si tratta di un protocollo ospedaliero, attivabile in strutture sanitarie.
Questa tipologia di intervento rappresenta una soluzione innovativa, totalmente priva di effetti collaterali. Ed è proprio questo ad aver attirato gli studiosi della Pennsylvania Geisinger Clinic statunitense, che all’interno di una ricerca hanno affidato direttamente al paziente la gestione dei suoi attacchi di cefalea a grappolo dotandolo di un dispositivo appositamente costruito, indossabile al pari di una maschera per saldatori, composto da un inalatore di ossigeno portatile. Ed i risultati sono stati incredibili.
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Fonte: Corriere della Sera