Sembra che esercizi di riscaldamento troppo lunghi e intensi peggiorino le prestazioni sportive. I muscoli, infatti, ne risulterebbero affaticati, tanto da condizionare in negativo i risultati. Lo rivela un nuovo studio condotto dall’Università canadese di Calgary pubblicato sulla rivista “Journal of Applied Physiology”.
Lo studio, come non di rado accade, è partito da una semplice osservazione. Come ha spiegato Elias Tomaras, ricercatore nel campo delle scienze motorie dell’Università di Calgary:
I velocisti, come anche i pattinatori di velocità e i ciclisti fanno spesso riscaldamento anche per una o due ore, impegnandosi in diversi esercizi pure di breve durata ma molto intensi. Da un punto di vista fisiologico, questo sembra davvero un po’ troppo stancante.
Per verificare la sua ipotesi, lo studioso ha coinvolto 10 ciclisti professionisti abituati a gareggiare su pista, confrontando i diversi effetti di un riscaldamento tradizionale, ovvero lungo e intenso, con quello di uno più breve e meno impegnativo. Il riscaldamento classico, della durata complessiva di 50 minuti, prevedeva 20 minuti di pedalata a intensità crescente (fino al raggiungimento del 95% della frequenza cardiaca massima) seguiti da quattro sprint distanziati da otto minuti di pausa. Il riscaldamento “sperimentale”, invece, della durata di 15 minuti, prevedeva una pedalata a intensità crescente (ma sempre fino al 70% della frequenza cardiaca), e un solo sprint finale.
I risultati, ottenuti con appositi test per misurare la contrazione del muscolo e la massima potenza prima, durante e dopo il riscaldamento, hanno dimostrato come un minor affaticamento muscolare produca un picco di potenza più alto del 6% rispetto al riscaldamento classico. I ricercatori, inoltre, suggeriscono agli allenatori di non cercare di raggiungere a tutti i costi quel fenomeno chiamato PAP, ovvero il transitorio miglioramento della contrattilità muscolare e che si ottiene con brevi esercizi molto intensi.
Come spiega anche Brian McIntosh, coautore dello studio:
I nostri dati suggeriscono che gli atleti potrebbero ottenere maggiori benefici dal PAP se facessero un riscaldamento meno intenso. La cosa migliore sarebbe quella di fare l’attività necessaria a raggiungere il potenziamento senza però generare affaticamento.
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