La natura, da sempre, ci offre i suoi rimedi per la cura di affezioni e malattie, ma anche il semplice contatto con le piante e gli alberi dei boschi può favorire il benessere dell’organismo. Sebbene la silvoterapia sia stata inserita nella balneoterapia a partire dagli anni Trenta, si tratta, infatti, di un pratica molto antica, che affonda le sue “radici” nella tradizione dei Celti, dei Germani, ma anche dei Greci e dei Romani.
In origine, infatti, gli alberi erano percepiti come essere viventi, dotati non solo di un’anima, ma anche di una spiccata sensibilità e intelligenza e per questo fonte di energia. Che esista una sorta di empatia tra uomo e albero è indiscutibile, sarà capitato a tutti, infatti, di camminare tra le fronde degli alberi e di essere pervasi da una sensazione di profondo benessere. Ad esempio, basta appoggiarsi con la schiena al tronco, mettendo la mano destra con il palmo sulla bocca dello stomaco e il dorso della mano sinistra sui reni e sul tronco stesso per venti minuti, facendo dei respiri profondi, per sentirsi subito meglio.
La silvoterapia è indicata per le persone affette da ipertensione arteriosa, asma bronchiale, bronchite cronica, ma anche per chi soffre di disturbi psichici come l’insonnia o il nervosismo. Gli alberi, infatti, liberano ossigeno ionizzato, presente anche nei luoghi limitrofi, e sostanze volatili con effetti positivi su diversi agenti patogeni. Per fare un esempio, 1 solo ettaro di terreno coltivato con le querce diffonde circa 2 kg di fitoncide, una sostanza dall’azione disinfettante, in grado di abbassare anche la pressione sanguigna, e di migliorare l’ossigenazione del sangue e il sonno. La silvoterapia, inoltre, attiva la circolazione sanguigna, aumentando i globuli rossi e facilitando la respirazione.
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