Buone notizie in arrivo sul fronte della tbc. Io ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine, dell’Howard Hughes Medical Institute e della Colorado State University hanno reso noto di avere messo a punto un prototipo di vaccino contro la tubercolosi. Il preparato, come spiegano i risultati della ricerca pubblicata su Nature Medicine, deve essere migliorato, ma può rappresentare sicuramente un ottimo punto di partenza per una eventuale vaccinazione umana funzionante.
In Italia, al momento la tubercolosi sta tenendo in ansia i genitori di quasi un centinaio di bambini venuti a contatto con una infermiera del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che è risultata infetta nonostante la sottomissione, anni prima, al vaccino attualmente in uso nel nostro paese. La notizia che giunge dall’America quindi, appare di buon auspicio affinchè casi del genere non si ripetano, ma soprattutto si rivela essere vitale per tutte quelle zone del mondo nelle quali la tbc è endemica è uccide. L’Oms stima in 1,7 milioni di vittime il tragico bilancio annuale della malattia.
Come sottolinea l’autore dello studio, il dott. William Jacobs:
Produrre vaccini efficaci contro la tubercolosi richiede una migliore comprensione dei meccanismi utilizzati dal Mycobacterium tuberculosis per sfuggire alla risposta immunitaria dell’organismo.
Ed il caso italiano è una dimostrazione palese di come quello già esistente non sia in grado di dare una copertura al 100%.La sperimentazione statunitense ha preso in considerazione il Mycobacterium smegmatis, versione del batterio letale per i topi ma innocuo per le persone. Scoprendo quali geni creassero “l’espediente” in grado di fare da “cavallo di troia” nel sistema immunitario, li hanno eliminati e si è scoperto che in questo modo l’organismo dei topi era in grado di combattere l’infezione e l’iniezione di dosi massicce di batteri.
Non è così facile per l’uomo. Il batterio relativo alla tbc umana infatti, tolti quei geni non riusciva a sopravvivere al fine di essere utilizzato come vaccino. La grandiosità della ricerca di Jacobs sta proprio nel fatto che il team sembrerebbe essere riuscito ad eliminare il problema: nello specifico gli scienziati hanno preso i batteri M. smegmatis privi del set di geni Esx-3, causa del contagio, inserendo al loro posto la serie analoga di geni del M. tubercolosis.
I topi sono stati ancora una volta in grado di combattere l’infezione, anche se la percentuale di sopravvissuti realmente liberi da tubercolosi con questo nuovo “prototipo” di vaccino sono stati solo uno su cinque. Motivazione per la quale, prima di passare ad una eventuale sperimentazione umana, il vaccino, pur partendo da un’ottima base, dovrà essere migliorato.
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Fonte: Nature Medicine