Quando si ha a che fare con una patologia particolare e variegata come il cancro, l’atteggiamento che si ha nei confronti del paziente per ciò che riguarda la sua cura è strettamente collegato alla tipologia di tumore ed al modo nel quale lo stesso ha attaccato l’organismo. Vi sono delle forme di malattia che vengono curate fino all’ultimo, attraverso qualsiasi mezzo. Dei ricercatori inglesi, anche per arginare dei costi sempre più onerosi, propongono però di sospendere le cure anticancro per i malati terminali.
Ovviamente le cure palliative, per controllare il dolore rimarrebbero. Anche in Italia esiste una legge ben precisa che contempla l’utilizzo delle cure palliative per consentire al paziente di vivere i suoi ultimi tempi con tranquillità, ma se c’è una minima speranza, si lotta fino alla fine. Retaggio di una concezione religiosa della vita e della sua importanza? Forse, ma ciò non toglie che nel nostro paese essere malato terminale non rappresenta una connotazione in grado di bloccare la terapia contro il cancro. Così è anche in Inghilterra dove la proposta shock ha già destato perplessità.
Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta: un gruppo di 37 esperti coordinati dal professor Richard Sullivan del King’s College di Londra, sostengono al contrario che la medicina moderna, così come attuata finora, fornisce false speranze ai malati terminali, prescrivendo delle medicine costose anche quando non ci sono più speranze. Il singolare punto di vista (reso tale in merito alla proposta già anticipata di sospensione di cura, n.d.r.), è stato recentemente pubblicato all’interno di un articolo su Lancet Oncology, importante rivista di settore.
Gli scienziati hanno concepito la loro tesi dopo aver raccolto per 12 mesi dati relativi ai malati terminali di cancro. Spiegano:
I dati dimostrano che una sostanziale percentuale delle spese per cure anti-cancro avvengono nelle ultime settimane e mesi di vita e che in larga percentuale dei casi queste cure non solo sono inutili ma anche contrarie agli obiettivi e alle preferenze di molti pazienti e famiglie se fossero state adeguatamente informate delle loro opzioni.
L’articolo ha ovviamente scatenato polemiche in Gran Bretagna. Voi cosa ne pensate? Si ha quasi l’impressione che il malato terminale, a livello terapeutico diventi un malato di serie B e per motivi economici.
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Fonte: Lancet Oncology