Uno studio scientifico recentemente pubblicato sul BMC Public Health, ha confermato l’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche. L’analisi clinica è stata portata a termine dal team del prof. Riccardo Poloso dell’Università di Catania con la collaborazione della LIAF Onlus (Lega Italiana Antifumo). Ve ne avevamo già parlato (qui), ma ora la pubblicazione sulla rivista scientifica rende tutto ufficiale. I risultati sono stati estremamente positivi, anche se va detto che riguardano l’utilizzo di una unica marca di sigaretta elettronica ed un’analisi a breve termine (6 mesi).
Di fatto, la maggior parte dei dubbi scientifici circa tale dispositivo partono dal presupposto che non vi sono adeguati test proprio sull’efficacia e la sicurezza. Questo realizzato presso l’Università di Catania è infatti uno dei pochi ed è unico nel suo genere. Ma vediamo cosa ne è emerso: sono stati coinvolti 40 fumatori accaniti, che non avevano intenzione di smettere di fumare (dunque scettici anche circa il mezzo), sani (non dediti all’uso di alcol e droghe, non affetti da depressione o altri disturbi psichiatrici, ipertensione, diabete mellito, allergie gravi, asma o precedenti di angina pectoris o infarto del miocardio). L’età: tra i 18 ed i 60 anni; abituati a fumare più di 15 sigarette al giorno da diversi anni.
I partecipanti sono stati autorizzati ad utilizzare il prodotto studio per tutta la giornata (fino ad un massimo di 4 cartucce al giorno, come raccomandato dal costruttore), per circa 6 mesi. Nel corso di questo periodo sono stati sottoposti a cinque visite di studio nel corso dei quali sono stati valutati il numero di sigarette fumate, ed il monossido di carbonio espirato (ECO). Alla fine ne è emersa una riduzione media delle sigarette fumate di oltre il 55% senza causare effetti collaterali significativi nei fumatori. Anzi, nel breve i sintomi tipici come la tosse costante sono scomparsi precocemente. Un quarto dei partecipanti ha smesso del tutto di fumare. Lo studio è nato per verificare se questi dispositivi ampiamente già in uso in Italia potessero essere pericolosi. 6 mesi sono un tempo di utilizzo relativo, ma comunque importante laddove lo scopo è smettere, e non sostituire una sigaretta normale con altre.
I risultati positivi vanno dunque intesi come spunto ad ulteriori conferme, sottolineando che la sigaretta elettronica non è un dispositivo miracoloso, ma solo un ausilio alla gestualità: in più con lo stesso effetto fisico, si evita l’assunzione di altre sostanze tossiche che nascono dalla combustione reale. Quali sono però i dubbi della scienza? Il primo è proprio questo, la mancanza di un numero adeguato di test scientifici riguardo alla sicurezza e l’efficacia. La FDA statunitense appoggiata dall’American Cancer Society e dall’American Heart Association ha da subito avversato questi dispositivi ritenendoli pericolosi per la salute in quanto contenenti nicotina ed altre sostanze pericolose. Sono state dunque avviate delle verifiche e dei richiami circa le società produttrici filtri per sigarette elettroniche.
In più si è avversata l’errata pubblicità che proponeva questi dispositivi quali mezzi efficaci al 100% di smettere di fumare, ma soprattutto si è ritenuto che la nicotina contenuta nei filtri potesse essere pericolosa ed avviare i giovanissimi ad una assuefazione non cosciente (in Italia, per sicurezza di recente ne è stata vietata la vendita ai minori). I pochi studi scientifici hanno rilevato quantità minime di nicotina, anche inferiori a quelle contenute nelle gomme da masticare o nei cerotti per smettere di fumare, ma bisogna ancora approfondire e soprattutto regolamentare l’uso di tali dispositivi. Nel tempo queste cose si stanno attuando.
Per approfondire:
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[Fonte: LIAF]