Il rischio di essere vittima di malattie cardiovascolari, ictus o infarto potrebbe essere predetto attraverso un test genetico. Si potrebbe quindi comunemente asserire che il futuro dei nostri vasi sanguigni sia in buona parte correlato ai nostri geni. Almeno stando ad uno studio condotto dal dott. Andrea Mezzetti, Direttore del Centro di Ricerca Clinica dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, che ha cercato di stabilire una correlazione tra particolari tipi di microRNA e le suddette malattie.
Tutto ciò, lo ricordiamo, non significa che si possa smettere di essere attenti alla propria salute perché i nostri geni presentano magari minori rischi in tal senso. Una corretta alimentazione, l’astinenza dal fumo e dall’abuso di alcol, ed ancora una sana attività fisica rappresentano ancora l’arma preventiva più efficace rispetto alle patologie relative all’apparato cardiocircolatorio. Ora però si è ottenuta la conferma che buona parte del rischio di presentazione di tali patologie può essere predetto geneticamente attraverso degli esami specifici.
Sperimentalmente, al momento, è possibile con degli esami al vaglio degli esperti, anche stabilire la probabilità di avere un infarto piuttosto che un ictus e viceversa.
La squadra del dott. Mezzetti infatti ha prodotto uno studio che ha consentito di scoprire come la presenza di alcuni tipi di microRNA sia correlato al rischio che una placca posta su una arteria possa rompersi. Nella ricerca in tal senso è stata presa in considerazione una placca sclerotica sulla carotide che rimpendosi rischiava di occludere il vaso e quindi portare all’Ictus.
Spiega il ricercatore:
La presenza dei microRNA nelle placche aterosclerotiche che si erano rotte provocando l’ictus non era associata nello studio a differenze fra i pazienti nella presenza di fattori di rischio quali diabete, ipertensione, dislipidemia e fumo. Questo significa che la predisposizione genetica può essere determinante, anche in assenza dei classici fattori di rischio, nello sviluppo di infarti e ictus.
Solo alcuni (cinque) microRNA specifici tra quelli studiati sono associati all’Ictus. E la presenza di uno o più di essi porta il rischio, clinicamente, a salire in modo esponenziale.
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Fonte: Corriere della Sera