Qualche giorno fa vi avevamo parlato di una nuova tecnica per ridurre gli effetti collaterali della radioterapia. Ma questi problemi indesiderati non riguardano solo questo tipo di approccio terapico, ma possono risultare anche in caso di chemioterapia. Per questo un’azienda di biotecnologie norvegese ha individuato un nuovo metodo per ridurre tali effetti anche in casi diversi di lotta al cancro.
Il principio di base è sempre lo stesso: fare in modo che qualsiasi approccio terapico si decida di intraprendere debba puntare esclusivamente sulle cellule cancerogene e non sul tessuto sano. Per questo le strategie sono due: formulare dei farmaci mirati che colpiscano solo le cellule tumorali, oppure inserire nel corpo una sorta di “sentinella” che segnala al farmaco dove deve agire, evitando che attacchi anche le altre aree.
Ad individuare questa strategia è la Biotech Holding ASA che sta lavorando dal 2000 al progetto “Fotokjemisk internalisering per cellegiftterapi av Kreft” (internalizzazione fotochimica della chemioterapia), guidato dal dottor Anders Høgset. La tecnica si basa sull’internalizzazione fotochimica o PCI, inventata in Norvegia nel 1994, la quale prevede l’identificazione dell’area da colpire tramite un laser rosso che indirizza il farmaco. Per fare in modo che questo prodotto raggiunga la posizione desiderata, il paziente assume un fotosensibilizzante che attira la medicina verso il punto segnalato.
Questa è una sostanza chimica che aumenta la sensibilità delle cellule alla luce. Abbiamo creato e brevettato una molecola (chiamata Amphinex ®) che iniettata in un paziente circola per qualche giorno. Poi diamo al paziente il farmaco desiderato. Dopo poco tempo puntiamo i laser sul tumore in cui sia l’Amphinex ® che il farmaco sono ora presenti. Quando la luce viene applicata, l’Amphinex ® innesca dei processi all’interno delle cellule del cancro, aumentando sostanzialmente l’effetto del farmaco.
In questo modo, sostengono i medici, si evita anche che i pazienti possano ricevere quantità più elevate del farmaco, evitando così ulteriori effetti indesiderati. Alcuni farmaci hanno migliorato il loro effetto di ben 50 volte, secondo quanto spiega Høgset parlando degli esperimenti sui pazienti, tanto che dopo due anni di tentativi gli studiosi possono affermare che quasi tutti i loro pazienti (affetti da cancro alla bocca, alla pelle e al seno) hanno visto persino il tumore sparire grazie a questa strategia.
[Fonte: Sciencedaily]
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