Naufragio della Costa Crociere Concordia. Il bilancio attuale è di 3 morti, 36 dispersi ed una settantina di feriti. La scena l’avete vista e rivista nei telegiornali in queste ultime trentasei ore: è eguale a quella del film Titanic e la storia sembra anche essere la stessa, anche se anziché un iceberg il naufragio della Costa Concordia sembra essere stato provocato da uno scoglio e, cosa ancora più importante il bilancio finale delle vittime è fortunatamente minore. Tra i sopravvissuti anche una donna incinta e purtroppo due persone gravi, uno dei quali sembra rischiare la paralisi.
4.300 circa le persone evacuate dalla nave ed accolte con estrema generosità dagli abitanti dell’Isola del Giglio in piena notte, che non solo hanno offerto ai naufraghi dei luoghi in cui riparasi dal freddo, ma anche abiti e coperte. In molti, presi dal panico, erano fuggiti in pigiama o con vestiti leggeri che utilizzavano nell’ambiente climatizzato della nave. Altri si sono gettati in mare, rischiando un’ipotermia: la temperatura dell’acqua e quella esterna infatti nella notte del naufragio erano molto basse. Tra queste persone anche una donna italiana, ancora dispersa, tuffatasi col marito, che invece è riuscito a mettersi in salvo. Tutto è avvenuto ad un centinaio di metri dalla riva, ma in una nave al buio (inizialmente è saltata la corrente ed i passeggeri sono stati invitati alla calma spiegando che si trattava solo di un guasto elettrico) ripiegata su un fianco di oltre 80°, gli attacchi di panico, i malori e gli svenimenti sono stata una conseguenza immediata.
Gli abitanti dell’Isola del Giglio hanno così fornito ai naufragi anche alcuni medicinali e subito la farmacia locale ha aperto i battenti per le necessità del caso. Con la protezione civile di Porto Santo Stefano si è attivata subito una perfetta macchina dei soccorsi. Molti gli stranieri che riuscivano a comunicare e comprendere. Il meccanismo dei soccorsi, ancora in corso, in un’emergenza non immaginabile sull’isola, ha funzionato meglio di quanto avrebbe dovuto accadere sulla nave stessa. Teniamo anche presente che presso l’Isola non esistono ospedali o Pronto soccorso adeguati, gli ambulatori sanitari sono quelle della Asl 9 di Grosseto. I feriti essenzialmente avevano subito contusioni ma la maggior parte di loro sono ancora sotto shock. Molti gli stranieri che riuscivano a comunicare e comprendere. Lo stress post traumatico si dimostrerà sicuramente molto comune nella maggior parte dei sopravvissuti.
Tra l’altro una curiosità. La Costa Concordia a partire dai primi mesi del 2009, è stata protagonista di un importante progetto di telemedicina, il primo su una grande nave passeggeri in Europa in grado di offrire un vero e proprio soccorso 24 ore su 24 attraverso la rete, volta alla risoluzione di qualsiasi emergenza sanitaria si potesse verificare in mare. Purtroppo non un naufragio. Non è ancora scongiurato il rischio ambientale, per l’enorme quantità di carburante nella nave.