Negli ultimi tempi si è assistito a diverse morti inspiegabili di giocatori di pallavolo e di calcio in campo. Decessi improvvisi che hanno portato a pensare che forse la situazione non sia monitorata abbastanza. Morosini, Bovolenta, e lo stesso Antonio Cassano fortunatamente guarito, ci pongono nella situazione di voler conoscere di più in merito ai controlli che ogni sportivo deve sostenere per intraprendere la professione.
Per ottenere lo status di sportivi professionisti ed essere quindi riconosciuti dall’art.2 della Legge 23 marzo 1981,n.91 come atleti che “esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI” bisogna sottoporsi ai controlli stabiliti dal decreto ministeriale del Ministero della Salute del 13 marzo del 1995, noto sotto il nome di “Norme sulla tutela sanitaria degli sportivi professionisti“.
L’attività agonistica viene subordinata al possesso da parte dello sportivo della “scheda sanitaria”, documento che accompagna l’atleta per tutta la vita e che è naturalmente aggiornata con una periodicità di minimo sei mesi, a meno di disposizioni specifiche in base alla tipologia di sport praticato. Esso serve ad attestare gli avvenuti controlli medici prescritti e lo stato di salute dell’individuo, comprensivo di eventuali controindicazioni, anche temporanee, allo svolgimento dell’attività agonistica sportiva. la scheda rimane valida anche in caso di “spostamenti” dell’atleta verso altre società e viene trasmessa d’ufficio 8 giorni prima dell’arrivo dello stesso presso la nuova locazione agonistica.
Gli esami, che a breve elencheremo, debbono essere condotti da sanitari che posseggano, oltre la laurea in medicina, anche la specializzazione in medicina sportiva. Per prima cosa l’atleta deve essere sottoposto a una visita medica generale comprendente l’anamnesi familiare, fisiologica, patologica remota, patologica prossima, traumatologica; e ad un esame obiettivo generale comprendente la misurazione dell’altezza e del peso insieme ad una visita specialistica inerente ogni apparato del corpo umano. Devono essere quindi essere condotti per ogni visita generale: un elettrocardiogramma a riposo, una radiografia del torace ed un ecocardiogramma con doppler (che deve essere ripetuto almeno ogni due anni, N.d.R.). A cadenza annuale deve essere effettuato un esame spirografico con annesso elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo.
Nel corso della prima visita, oltre alla misurazione dell’udito e della vista devono essere effettuati degli esami di laboratorio che comprendano:
Emocromocitometrico con formula, glicemia, uricemia, transaminasi, sideremia, esame completo delle urine, sierodiagnosi per lue, PCR, bilirubinemia totale e frazionata, gruppo sanguigno e fattore Rh, azotemia, VES, creatininemia, ferritinemia, HBsAg, HCV, marker per epatite (in caso di positività per l’HBsAg), curva glicemica dopo carico di glucosio (soltanto su fondato sospetto clinico), assetto lipidico, protidemia elettroforetica.
Essi devono essere ripetuti ogni sei mesi senza ovviamente ripetere la sierodiagnosi (gruppo ed Rh, N.d.R.) aggiungendo il controllo della fosfatasi alcalina, mentre assetto lipidico e protidemia elettroforetica debbono essere controllate con cadenza annuale.
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