Il diabete nei bambini si fa sempre più difficile da curare. Parliamo di quello di tipo due che si sta rivelando, soprattutto negli Stati Uniti dove i casi crescono di pari passo all’obesità, molto più complicato da trattare rispetto alla stessa forma di patologia negli adulti. Una vera e propria piaga che i medici stanno facendo fatica a gestire.
I casi in America settentrionale sono in continuo aumento. Si contano almeno 3600 nuovi minori malati ogni anno, quasi una media di dieci al giorno. E per capire quanto sia grave l’intera situazione basta confrontare i dati attuali con quelli degli anni ’90: il diabete di tipo 2 nei bambini era una malattia praticamente sconosciuta. Uno studio condotto dalla George Washington University di Washington ha tentato di dipanare questa matassa, facendo essenzialmente un punto della situazione della manifestazione di tale patologia nei bambini. Ed i risultati, pubblicati sulla rivista di settore New England Journal of Medicine sono stati scioccanti.
Su un campione totale di 699 bambini affetti da diabete di tipo due infantile, solo la metà di loro, seguita per quattro anni, è stata rilevata sensibile alla cura attraverso un farmaco orale. Il restante 50%, per tenere sotto controllo la malattia, ha mostrato di avere bisogno d’iniezioni d’insulina.
Negli ultimi trenta anni gli Stati Uniti hanno visto triplicarsi i casi di sviluppo di questa malattia nei minori. I dati raccolti dallo studio sopra citato sono stati elaborati prendendo in considerazione ragazzi di età compresa tra i 10 ed i 17 anni. Ripetono i ricercatori:
Le medicine somministrabili per via orale smettevano di funzionare dopo circa 4 anni di trattamento, costringendo ad aggiungere delle iniezioni d’insulina alle terapie. La conclusione ovvia è che bisogna cercare dei nuovi farmaci più efficaci e nel frattempo arrivare il prima possibile al trattamento più drastico, quello con l’insulina. Idealmente questa malattia potrebbe essere prevenuta con la dieta e l’esercizio fisico, ma al momento sembra una cosa più facile a dirsi che a farsi.
Il vero problema è il seguente: a sintomi non controllabili precocemente corrispondono maggiori conseguenze gravi più vicine in ordine cronologico.
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Fonte: NEJM