Riuscire a diagnosticare un tumore in tempo è importante per la sopravvivenza della persona; riuscire a farlo in modo non invasivo è ancora meglio. E’ stato creato un test del sangue per rilevare la presenza di almeno tredici tipi di tumore differenti. La domanda reale è: sarà affidabile?
Lo strumento diagnostico in questione, va detto, è poco invasivo. Denominato dai suoi creatori “Onko-Sure”, differisce in maniera sostanziale dagli esami istologici e radiologici perché in grado, secondo gli scienziati che l’hanno messo a punto, di individuare la presenza nel sangue di diversi (tredici, N.d.R.) tipi di tumore fin dalle primissime fasi della malattia. Nel comunicato dell’azienda produttrice di questo test, la SRL Diagostic, lo stesso viene così introdotto:
Uno dei recenti progressi nel campo dello screening dei tumori è Onko-sure che può vagliare ben 13 diversi tipi di tumori tra cui polmone, colon, retto, ovaio, fegato.
L’approccio al malato con questo test è molto semplice: si preleva un campione di sangue e lo si sottopone a questa analisi, volta a indicare l’eventuale presenza di frammenti di proteine chiamati FDP, tecnicamente prodotti della degradazione del fibrinogeno. Queste molecole, per intenderci, sono il frutto dell’azione delle cellule del cancro che per facilitarne la crescita distruggono l’ambiente nel quale si trovano. Se effettivamente questo test risultasse valido tanto quanto pubblicizzato, vi sarebbe a disposizione della popolazione un metodo per prendere i tumori in tempo, ai primi albori e favorire la guarigione della persona e la sua sopravvivenza.
I ricercatori che lo hanno messo a punto ipotizzano un suo utilizzo annuale da parte della popolazione per poter verificare, attraverso i normali check up di controllo, la presenza o meno di tumori. Quel che è necessario ricordare è che pe prevenire questo tipo di malattia efficacemente è prima di tutto necessario condurre uno stile di vita sano ed appropriato favorendo l’attività fisica ed il consumo di cibi sani abbattendo qualsiasi fattore di rischio aggiuntivo.
Photo Credit | Thinkstock