A partire da oggi e fino al 9 marzo, esperti logopedisti saranno a disposizione dei cittadini, pazienti, genitori o insegnanti per rispondere a quesiti circa i disturbi del linguaggio. Il filo diretto in questione è stato organizzato in occasione della Giornata Europea della Logopedia che si svolge il prossimo 6 Marzo, per la quale , la Federazione dei Logopedisti Italiani (Fli), in collaborazione con il Comitée Permanent de Liaison des Orthophonistes-Logopèdes de l’Union Europeénne (CPLOL), ha predisposto anche altre numerose iniziative su tutto il territorio nazionale. Lo slogan prescelto è “Libera le parole”.
I disturbi del linguaggio riguardano in media il 3% della popolazione, con un picco fino al 7 % dei bambini in età prescolare (dai 2 ai 6 anni). E’ un’età particolarmente delicata, per cui una difficoltà ad articolare bene delle parole, acquisirle o comprenderle, può avere importanti risvolti psicosociali: in genere il bambino tende infatti ad isolarsi o essere isolato perché non compreso, fattori che poi peggiorano alle scuole elementari se non si interviene, arrivando a provocare problemi di apprendimento, lettura e scrittura. Ma di cosa si tratta di preciso? Come identificare precocemente questi disturbi e cosa fare? Spiega Tiziana Rossetto, presidente FLI:
“I Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL, così vengono definiti clinicamente ndr) non dipendono da una malattia neurologica o danni all’articolazione delle parole, né tantomeno da deficit intellettivi o situazioni di svantaggio socio-culturale Le ultime ricerche scientifiche confermano la sua origine neurobiologica, uno dei dati più importanti è che vi è un’alta percentuale di familiarità, stimata al 70%. I disturbi del linguaggio sono di tre tipi diversi e distinti: nel disturbo specifico dell’articolazione, il bambino pronuncia male o non è in grado di pronunciare alcuni suoni che invece dovrebbero già essere presenti e fluidi alla sua età; nel disturbo del linguaggio espressivo, invece il bambino costruisce in modo alterato le parole (es. “poto” al posto di “topo”) o le frasi (es. “bimbo mangia no” per “il bimbo non mangia”); infine nel disturbo della comprensione del linguaggio (decisamente più importante) il bambino fatica ad elaborare sia le informazioni in entrata (difficoltà di comprensione) sia quelle in uscita (difficoltà di espressione). Ogni bambino è un individuo a se e quindi è sempre importante però una valutazione specifica completa. Da non dimenticare che la letteratura scientifica evidenzia come le persone con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) presentino nel 40% dei casi un pregresso disturbo del linguaggio”.
Per avere maggiori informazioni basterà contattare il numero telefonico 049.8647936, mandare una email a [email protected] o visitare il sito www.fli.it dove ci sono le informazioni più approfondite sul tema.
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