Il prossimo 29 marzo si celebrerà la Giornata mondiale dell’allattamento al seno. Un giorno del quale sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’importanza di questo grande atto d’amore della madre nei confronti del figlio, sia da un punto di vista emotivo che medico.
Non dobbiamo mai dimenticarlo: attraverso l’allattamento al seno la donna passa al proprio figlio con il latte materno una protezione importante, fortificando il sistema immunitario del piccolo, ancora debole, con anticorpi importantissimi per il mantenimento della sua salute. Senza contare che questo contatto rafforza molto il legame sociale ed affettivo che si viene a creare tra la madre ed il bimbo.
Ed a proposito di questo, è necessario creare un distinguo tra paesi occidentali e quelli in via di sviluppo. La giornata mondiale dell’allattamento al seno punta a promuovere questo atto in entrambe le situazioni, ma con approcci diversi. Nei paesi in via di sviluppo, spesso le condizioni igieniche nelle quali le persone vivono, la scarsità di cibo ed anche la mortalità derivante dal parto rendono difficile l’allattamento naturale dei bambini. Al contrario di ciò che avviene nella società nella quale viviamo, dove le donne spesso decidono di non allattare il proprio bambino per motivi estetici perché altrimenti rischiano “di rovinarsi il seno”.
Un atteggiamento molto stupido e pericoloso quasi quanto il mancato allattamento per motivazioni ben più gravi. Ecco quindi che la Giornata Mondiale dell’allattamento al seno si rende necessaria per fare il punto della situazione e proporre delle soluzioni valide per tutte le problematiche che portano alla rinuncia di questo atto da parte della donna. Attraverso la sensibilizzazione da una parte ed il supporto diretto dall’altro. Basta fare un giro attraverso le proposte delle diverse associazioni sparse per il globo per comprendere come questa sia la strada giusta da perseguire. Allattare un bambino al seno non è solo un modo per alimentarli ma, lo ribadiamo, è un atto d’amore grandissimo con il quale la donna può continuare a donare vita al proprio bambino.
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