Il dado è tratto. Da oggi il brevetto del Viagra detenuto dalla Pfitzer è ufficialmente scaduto ed ogni casa farmaceutica potrà mettere a punto il proprio farmaco equivalente alla pillola blu, utilizzando il principio attivo, il citrato di sildenafil, per combattere la disfunzione erettile. Sono infatti passati 15 anni dalla registrazione del Viagra, un tempo sostanzioso che ha permesso di vendere nel mondo milioni di pillole blu (sembra con degli introiti per la Pfitzer farmaceutici di circa 2 miliardi di dollari l’anno), ma che ha anche ufficialmente decretato la condivisione del brevetto con il resto del mondo.
E’ così che accade con i medicinali: l’azienda che ha lungamente investito fondi in ricerca scientifica ne detiene per molto tempo il brevetto, la possibilità cioè di produrre e commercializzare il farmaco, che poi viene messo a disposizione dell’intera comunità. Uno degli obiettivi è anche quello di un abbassamento dei costi per i pazienti. I generici arrivano a costare anche il 40% in meno del farmaco originale. Sarà così anche per il Viagra?
E’ quello che si augurano tutti i pazienti che soffrono di deficit d’erezione: attualmente una confezione di 4 compresse ha un costo di 53 euro circa ed è a totale carico del paziente (medicinale in fascia C). Quello che si teme è comunque un uso incontrollato del farmaco (già ampiamente venduto anche online illegalmente a tal punto da condizionare la Pfitzer in alcune scelte per la commercializzazione), che comunque ha degli effetti collaterali da non trascurare: può provocare mal di testa, disturbi visivi, pesantezza di stomaco, vampate di calore; soprattutto è controindicato per i pazienti che soffrono di malattie cardiovascolari ed ipertensione, un aspetto curioso, visto che il sildenafil fu inizialmente studiato proprio per queste indicazioni.
Per il resto rimane sconsigliato per chi è sensibile al principio attivo o agli eccipienti contenuti nel medicinale.
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